nostro inviato ad Imola
«Ma no, stai fermo, ti diciamo noi quando tornare in pista». Il senso della giornata di Giancarlo Fisichella è racchiuso in queste parole firmate dal suo box, dai suoi tecnici, per ordine di patron Flavio Briatore. «Ma no stai fermo». E il romano è rimasto immobile, dentro il suo abitacolo, a giocarsi a velocità zero le speranze di pole nel Gran premio di casa. Quando Giancarlo finalmente si è mosso, era troppo tardi. Mica bello. Un paradosso figlio delle nuove qualifiche che, nella seconda sessione, quella che emette il verdetto sui top ten che si giocheranno la pole nellultima, decisiva, sessione, spinge i team a giocare dastuzia e strategia. Come la Renault che, per risparmiare un treno di gomme in vista della gara, ha pensato che il tempo appena strappato da Fisico fosse sufficiente per guadagnare laccesso al rush finale. Invece «abbiamo sbagliato ammette Flavio Briatore . Mi assumo tutta la responsabilità». Il mea culpa del patron piemontese non è finito: «E poi non mi aspettavo che diversi team optassero per la strategie delle tre soste (per cui auto con meno benzina, più leggere della Renault)... Ora speriamo di riuscire a mettere due auto sul podio, ma qui è difficile superare. La Ferrari? Me laspettavo veloce qui, lo era anche nel 2005 quando vincemmo anche grazie a un colpo di fortuna... Comunque, se mai fosse, una vittoria della Rossa è sempre un bene per la F1».
E luomo che si è giocato la pole restando fermo al box, questo uomo come ha incassato il fattaccio? «Abbiamo peccato di presunzione ammette Fisichella dopo aver solo in parte sbollito larrabbiatura . Noi siamo usciti presto, poi la pista è migliorata e il nostro tempo è stato battuto allultimo; a quel punto non avevamo più il tempo per tornare in fretta al box per mettere gomme nuove... E dire che qui puntavo e volevo vincere.
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