nostro inviato a Monza
Gli sceneggiatori di Lost, Csi-Miami, massì, anche di quelle isteriche Desperate housewives che appiccicano milioni di noi alla tivù, non hanno capito nulla. Il maestro di tutti loro è qui, in formula uno, provincia di Hollywood. Altro che Circus e motori e team milionari. Balle.
La Hollywood brianzola è andata in scena di pomeriggio, giorno di pole, quando un italiano sulla Rossa dei suoi sogni ha sbattuto al mattino e non è poi arrivato al fatidico Q3; mentre un altro italiano che sognava di tornare alle corse, appena rientrato ha concluso addirittura settimo. E già basterebbe. Però non basta. L’Hollywood monzese voleva di più e lo sceneggiatore ha accontentato tutti: perché il primo italiano aveva appena lasciato la Force India per coronare il proprio sogno rampante e il secondo lo aveva appena sostituito per coronare l’atteso ritorno in gara dopo due anni da collaudatore. Un incrocio di aspettative oniriche, di speranze lunghe anni che ha dell’incredibile per tempi, modi e coincidenze.
Così, il neo ferrarista Giancarlo Fisichella si è ritrovato a giustificare il proprio errore: «Non mi sono distratto, ho sbagliato perché le gomme, dopo due giri di rientro (uno per rallentare, l’altro per provare una partenza) erano troppo fredde e alla parabolica ho bloccato in frenata. Sono amareggiato, sono deluso, perché avevo bisogno del mattino per macinare chilometri». Così Vitantonio Liuzzi tracimava invece gioia: «Forse ho proprio la dote di adattarmi a tutti i tipi di monoposto. Sarà la fame di corse che avevo, sarà che non guidavo una F1 da novembre, a parte alcune accelerate su una pista d’aereo… Però, forse, ho rovinato un po’ le cose ad altri…». Il 28enne pugliese di Locorotondo, appiedato dalla Toro Rosso a fine 2007 e dal 2008 collaudatore della Force India dice il vero. Ha rovinato molto perché il leit motiv dell’esordio senza chilometri o senza conoscere la macchina - Luca Badoer docet - è stato sempre usato come motivazione o scusa o foglia di fico da chi si trovava all’improvviso a fare brumm su una macchina nuova. Lo stesso Fisichella, per spiegare il 14° tempo, ieri ha messo le sue brave mani avanti per sottolineare giustamente che gli «serve un po’ di tempo per prendere confidenza, perché la Ferrari non è più difficile della Force India però è diversa e ad ogni curva hai molti pulsanti da gestire… Per cui non sei mai concentrato al 100% sulla guida, mentre prima pensavo solo a quella».
Invece Vitantonio, pronti e via, ha rovinato tutto piazzandosi là davanti, dietro ai big del mondiale e a Sutil, anch’egli su Force India, anch’egli ex compagno di Fisico. Un Liuzzi fiero anche di aver risposto in pista a mister Bernie Ecclestone. Il patron inglese, alla vigilia del Gp d’Italia aveva infatti espresso il proprio disappunto per la scelta fatta dalla Force India su Liuzzi. «Avrei preferito un pilota indiano» aveva spiegato. Il motivo era evidente: il grande Paese asiatico non vuole corse di F1 e il manager inglese ha bisogno di stimolare l’interesse. “Bernie? Lui è il capo di questo sport, lui può dire quel che vuole… purtroppo – dirà Liuzzi -. Tanto più che mi sembra chiara la ragione per cui ha rilasciato quelle dichiarazioni... E comunque, ora, spero di fargli cambiare idea».
Così come dovrà farla cambiare Fisichella ai tifosi rimasti delusi dalla sua qualifica. Anche se scattare 14°, avendo buttato via oltre un’ora al mattino, non è malaccio. E la riprova arriva dalle sue parole ambiziose: «I tempi dicono che ero a mezzo secondo da Raikkonen, due decimi sono dovuti a come ha usato il kers, per cui sono a 3 decimi… Un distacco che posso recuperare con un po’ di prove in più: nelle prime due curve ero più veloce io, all’Ascari lui… gli ingegneri erano molto sorpresi…».
Lo sceneggiatore ha ovviamente fissato per oggi il finale, però ieri ci ha regalato un altro, significativo, colpetto di scena.
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