Fitto: troppe strane coincidenze, ecco perché credo alla congiura

Troppe coincidenze fanno un disegno. Parola di Raffaele Fitto, ministro pugliese per i Rapporti con le Regioni. «Non possono essere tutte coincidenze. Tutto, piuttosto, coincide e dà ragione al presidente Berlusconi nel parlare di complotto».
Fra gli strani casi, segnala, anche il fatto che «a buttare fango» sul premier e a difendere l’inchiesta barese «si unisca oggi al coro il senatore pugliese del Pd Gianrico Carofiglio, anche lui ex magistrato, anche lui nella Procura di Bari, anche lui componente di quella allegra comitiva di amici e vacanzieri composta tra l’altro dalla moglie di Carofiglio, anche lei pm della Procura di Bari che indaga, non so quanto opportunamente, sulla pubblica amministrazione nella stessa città in cui il marito è senatore del Pd e il sindaco è segretario regionale del partito del marito». Se due indizi fanno una prova, c’è dell’altro, annota il ministro, per esempio il fatto che «l’inchiesta della Procura di Bari nell’ambito della quale ci si è imbattuti nella signora D’Addario riguarda presunti illeciti nella gestione sanitaria pugliese targata centrosinistra ma, stranamente, la fuga di notizie riguarda solo la signora D’Addario e dopo quella fuga l’inchiesta viene oggi secretata». A proposito dell’inchiesta, Fitto ha risposto al presidente della Provincia di Lecce, Giovanni Pellegrino, che ha escluso che Massimo D’Alema fosse informato delle indagini quando ha parlato di scosse, attaccando il ministro stesso: «Il primo ad essere informato era proprio Fitto, visto che è un grande amico di Giampaolo Tarantini (l’imprenditore indagato per induzione alla prostituzione, ndr) e che è stato lui il primo a parlare dei risultati dell’inchiesta».
Fitto ricorda che «Pellegrino, in passato, insieme con il senatore del Pd Alberto Maritati, aveva commentato dettagliatamente altre inchieste della Procura di Bari appena nate e delle quali neanche gli interessati avevano ancora ricevuto atti e notizie.

Un metodo che caratterizza il rapporto tra alcuni esponenti della sinistra e una piccola parte della magistratura barese e pugliese che, con questi reiterati comportamenti, continua a screditare tutta quella parte di magistratura che lavora seriamente e non si presta a questi giochetti».

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