A suonare la carica è lui, il leader. Francesco Flachi culla il grande sogno, quello di fare uno scherzo all'Inter, di battere l'idolo di un tempo, il Roberto Mancini giocatore, di regalare e regalarsi una storica finale di coppa Italia perché l'argomento è sempre quello, «tutti la snobbano, ma chi ci guarderà in televisione morirà di invidia».
Questa sera, ore 21 al Ferraris (dirige Tagliavento di Terni) l'avversario si chiama Internazionale, una squadra che in questa stagione sembra voglia fare man bassa senza lasciare neanche le briciole agli altri. Così, i blucerchiati avranno il compito di compiere una vera e propria impresa, «avremo 3 partite di fuoco - avverte Flachi con riferimento anche alla domenica in campionato e al ritorno di giovedì prossimo -, sono gare difficili ma non impossibili, perché di impossibile nel calcio non c'è niente». La Sampdoria è una delle poche realtà che quest'anno è riuscita a frenare la squadra di Mancini, (all'andata in campionato finì 1-1) e da questo dato vuole partire il numero 10: «Li abbiamo già fermati in casa loro, perché non riprovarci? Vogliamo fare un'impresa, raddoppieremo le forze: c'è una coppa da giocare e siamo desiderosi di far parlare di noi - continua -. Dall'inizio della stagione ci stiamo prendendo meriti e demeriti di ogni situazione: è il momento di prenderci una enorme soddisfazione». E Flachi chiama a raccolta il pubblico doriano, «sarebbe stupendo avere lo stadio pieno, il pubblico ci deve dare la spinta decisiva anche perché, un successo, ci regalerebbe entusiasmo anche per il campionato» facendo seguito all'appello della Federclubs che chiede ai tifosi di arrivare allo stadio con sciarpe, berretti e bandiere blucerchiate per fasciare Marassi.
Sull'altra panchina «Bobby gol» Mancini: «Seguivo lui e Baggio che erano sullo stesso piano, ma tutti parlavano solo di Baggio, e così mi sono affezionato a Mancini. Quando ha saputo che mi ispiravo a lui, dopo il mio esordio in A, mi spedì la maglia della Samp con una dedica». Oggi Flachi è l'erede in campo e nel cuore dei tifosi del Mancio e non vede un futuro lontano dalla Samp: «Molti parlano di Quagliarella mio erede: non sono un campione per averne.
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