Dal flamenco alla hula hawaiana Balli esotici, Milano tiene il passo

Boom di scuole e corsi in pista, tra «pizzica» e odalische

Flamenco, danza del ventre, hula hawaiana, balli rinascimentali e barocchi, perfino pizzica e tamurriata. Milano non sa solo correre ma anche ballare. Nella città multietnica migliaia di appassionati imparano a muoversi al suono di nacchere, tamburi egiziani, mandolini e salteri: un boom. Come le circa 50 allieve di Mara Terzi, ballerina di origine classica, un diploma all’Opera di Stato di Varsavia, da 18 anni ambasciatrice a Milano delle danze gitane e delle sevillane andaluse con una scuola in via Fauché 9. «Si iscrivono soprattutto donne sulla trentina - svela Mara Terzi - anche se l’età non conta: la nostra allieva più promettente è una signora di 53 anni». Ma chi sono le amanti meneghine del flamenco? «Quasi sempre persone decise a trasformare la propria timidezza in grinta perché il flamenco è soprattutto ribellione e bellezza dell’eccesso». Indubbi i benefici fisici: «Questa danza è un ottimo mezzo per l’allineamento della colonna vertebrale, per rinforzare il tono delle gambe e per stimolare la circolazione».
Grande espressività corporea possiede anche la danza del ventre. Cacciata con inspiegabile prepotenza dai Paesi orientali più integralisti, è presente in Europa da circa un ventennio complici la musica etnica e i viaggi in Oriente. Una delle scuole milanesi di maggiore tradizione è il Club Magica in corso di Porta Ticinese. Circa 400 le odalische milanesi che oggi hanno buona dimestichezza con questa danza. «L’età media è sui 30 anni - spiega Irene Borg che con Ada Went e Silvia Ghedy gestisce il centro dal 1984 - ma abbiamo anche allieve di 7 come di 60 anni». A detta delle docenti nessuna delle appassionate metterebbe al primo posto il bisogno di sedurre, bensì il desiderio di sbloccarsi a livello psicologico al suono del Darbouka, il tamburo originario dell’Egitto: «Non dimentichiamo che i movimenti della danza del ventre sono da sempre tabù per le donne occidentali, soprattutto per quelle non più giovanissime». Per ballare le danze mediorientali età e aspetto non contano molto: «Un corpo rotondo e morbido è molto più indicato del classico fisico da modella». Invece altre 60 allieve dello stesso centro si muovono al suono dell’ukulele, mimando con movenze ammiccanti e dense di significato le leggende delle isole del Pacifico che sono parte integrante delle antiche danze hawaiane - dette hula - il cui corso è affidato a Sonia Martinovich.
Ma a Milano c’è anche un folto gruppo di appassionati che balla molto pacatamente con inchino e saltello, mimando i cicisbei al suono delle musiche di Monteverdi e Stradella, Scarlatti e Vivaldi. Tutti appassionati di barocco e di ballo rinascimentale che si trovano insieme all’Associazione Mediterranea, unico centro a proporre stage di questo tipo. I movimenti di questi balli sono i bisnonni di quelli della danza classica: sarebbe proprio questa particolarità, insieme ai trilli e agli svolazzi del clavicembalo, ad attirare i molti appassionati.
Ma anche il profondo Sud ha i suoi fan che si mettono in fila per iscriversi alle lezioni di pizzica, la danza originaria del Salento che insieme a un significativo ventaglio di altri corsi è proposta a Milano dalla associazione Il Mosaico di via Giulio Romano, 11.

«A frequentare - dice Sabina Todaro - sono persone di ogni età. Motivazioni? Una gran voglia di scoprire le proprie origini e di stare insieme magari ballando a piedi nudi, nella atmosfera particolarissima che fisarmonica e tamburelli riescono ad accendere».

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