da Milano
Roberto Vecchioni, Lella Costa, Moni Ovadia e don Gino Rigoldi non cerano. Assenti alla contro-manifestazione del centrosinistra, nonostante avessero garantito la loro presenza. Cera però Pierluigi Mantini perché «lUlivo non può e non deve mancare». Anzi, «lUlivo non può e non deve mancare alla manifestazione per la sicurezza voluta da commercianti e artigiani». Risultato? Il senatore della Margherita spezza così quella catena umana che collegava Palazzo Marino alla sede della prefettura, un chilometro scarso, per correre dallaltra parte e sfilare assieme al sindaco di Milano.
In piazza, alle 18, invitate dai comitati di quartiere e dalla Cgil, ci sono quindi, sì e no, 2mila persone. Che dire? Un vero flop, con gli esponenti della sinistra meneghina che in stato di sofferenza sarrampicano sugli specchi: «Letizia Moratti ha colto nel segno, ha gettato un sasso nello stagno» (Davide Corritore, lista Ferrante), «Al di là delle cifre conta il messaggio di chi chiede alle istituzioni di collaborare» (Franco Mirabelli, segretario provinciale Ds), «Milano va amministrata, non agitata» (Onorio Rosati, segretario Camera del lavoro).
Il tutto nellindifferenza o quasi dei milanesi che transitano da piazza della Scala, a esclusione dei soliti giapponesi che, macchina fotografica alla mano, immortalano la scenetta.
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