Roma

Un flop il corteo dei «no global» contro il G8

IN CENTRO I negozianti hanno tenuto le serrande abbassate. Un gruppetto di giovani fermato nella zona di piazza Venezia

Un flop il corteo dei «no global» contro il G8

Anche la prova-G8 è stata superata, sia sul piano logistico-organizzativo, sia sul piano dell’ordine pubblico. La città tirava già un sospiro di sollievo quando il corteo dei no global ancora non era arrivato a piazza Navona. In tanti erano rimasti col fiato sospeso (i negozi hanno tenuto le serrande abbassate) nel timore che ci fossero infiltrazioni pericolose tra i manifestanti per provocare incidenti. E invece si è registrato solo qualche momento di tensione quando il corteo stava passando in piazza Vittorio. Un gruppetto di anarchici ha tentato di infilarsi nella manifestazione, qualcuno li ha scambiati per fascisti e sono volati spintoni, calci e qualche bottiglia. La Digos ha confermato che si trattava di cinque giovani di estrema sinistra, che sono stati identificati dopo essere stati bloccati dai poliziotti e fatti salire su alcune auto. Secondo gli agenti, i cinque apparterebbero ai Rash (Red anarchic skin heads), ovvero una formazione di estrema sinistra. Opposta la ricostruzione dei no global che hanno parlato di un gruppo di ragazzi di destra. E comunque alcuni dei manifestanti avrebbero spintonato lanciato una bottiglia contro l’auto che stava portando via uno degli «intrusi».
In realtà la protesta si è rivelata un vero flop. Almeno rispetto al numero dei partecipanti al corteo. A Porta Maggiore c’erano più fotografi e giornalisti che manifestanti, ma poi, col passare delle ore e lungo il percorso, il «serpentino» dei no global si è rimpinguato fino ad arrivare a qualche migliaio di manifestanti. Circa quattromila, secondo la questura. Cinque volte il doppio secondo i più che ottimistici calcoli degli organizzatori. Molti romani sono rimasti impressionati più venerdì scorso (a veder sfilare le migliaia di ciclisti della «massa critica» contro il G8) che al passaggio del corteo che inneggiava ai «san papier» e urlava slogan contro l’introduzione del reato di clandestinità, contro il Papa, contro il presidente del consiglio, contro il ministro dell’interno e contro il sindaco. Al di là degli insulti, le «sorprese» eclatanti che i “no global” avevano annunciato, non ci sono state. Anche ieri è abortito sul nascere il tentativo di srotolare qualche striscione offensivo davanti a palazzo Grazioli. Una quindicina di giovani sono stati fermati da agenti in borghese a piazza Venezia e subito rilasciati dopo l’identificazione. Ciò è bastato ad allontanarli dalla zona, considerata un «obiettivo sensibile». Ma anche i blitz del giorno precedente si erano rivelati delle «bufale». Davanti all’anagrafe in via Petroselli, i manifestanti sono stati fischiati perfino dagli impiegati comunali e dai passanti. L’unica «bravata» parzialmente riuscita è stata l’ingresso nella basilica di Santa Maria Maggiore con i cartelli di «San papier, santo subito». Al ministero della Marina, che i “no global” volevano accusare per i respingimenti dei clandestini, un altro flop.

«Ci hanno fatto spogliare per perquisirci» hanno denunciato alcuni militanti di Action.

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