Milano - Poche macchine, lunghe attese ai posteggi, tariffe troppo alte, tassametro spesso poco «trasparente». È impietosa la fotografia scattata dall’associazione Altroconsumo sul funzionamento del servizio taxi in dieci grandi città italiane otto mesi dopo il provvedimento di «liberalizzazione». Le virgolette sono d’obbligo stando ai risultati dell’inchiesta, perché le norme del pacchetto Bersani, già depotenziate dopo il braccio di ferro con i tassisti, risultano «attuate a metà». «Il numero dei taxi a disposizione in dieci grandi città italiane spesso non è sufficiente a rispondere alla domanda dell’utenza. Purtroppo - dicono da Altroconsumo - non si vede alcun beneficio concreto dalla riforma sulla liberalizzazione del settore». Giudizio che trova eco in quello espresso nell’ultimo Occasional paper di Bankitalia: «Una riforma troppo timida». Gli inviati dell’associazione hanno monitorato i parcheggi delle auto bianche a Bari, Bologna, Cagliari, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino, misurando i tempi morti, cioè quelli in cui nessuna vettura era disponibile nell’arco orario di sei ore misurato. Il record negativo spetta a Bologna: 82 minuti complessivi senza taxi in partenza. A seguire Firenze 78 minuti, a Milano 70, a Roma 60. Un indicatore che esprime l’attesa causata dall'assenza di taxi, «cioè una criticità strutturale del servizio, e non dalle code fisiologiche dovute all'arrivo di uno o più treni o aerei, elemento casuale». Le attese mediamente sono state minori negli aeroporti e maggiori nelle stazioni.
Capitolo tariffe. Sono molte le variabili che incidono sul costo. Per questo l’associazione ha ipotizzato due percorsi tipo per ogni città, entrambi di 5 chilometri, uno feriale e uno festivo. Il test ha indicato in Napoli la città dove le corse sono meno care (7 euro e 60 feriale e 9 e 20 festivo) mentre le più care, un 25% in più, risultano Cagliari e Genova. Tra le metropoli, Milano costa il 14% in più in media, Roma il 18, con punte del 24% in più nel giorno feriale. Su questo punto durissimo il giudizio dell’associazione sugli effetti del pacchetto Bersani: «Da un progetto generale di liberalizzazioni si è di fatto passati a un provvedimento che dà il via a una serie di contrattazioni a livello locale», con il risultato che «i Comuni hanno raggiunto accordi per nuove licenze in cambio di aumenti delle tariffe».
Per l’associazione resta il nodo, contestato dai tassisti, dell’insufficienza dell’offerta rispetto alla domanda: «A Roma il rapporto è di 2,1 vetture per mille abitanti, a Milano 1,6, contro il 9,9 di Barcellona o l'8,3 di Londra». Non aiutano nemmeno le scorrettezze riscontrate dall’inchiesta: il 30% dei tragitti compiuti con tassametro poco evidente o tariffario non esposto.
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