Cronaca locale

Flop della sanatoria: in ritardo le pratiche di 17mila clandestini

Prefettura invasa dalle istanze di regolarizzazione. Così due domande su cinque sono ancora ferme

Flop della sanatoria: 
in ritardo le pratiche 
di 17mila clandestini

Il dato è ufficiale: al 30 settembre 2009, sono state inoltrate per via telematica in prefettura 43.505 istanze di richiesta di emersione dal lavoro clandestino per badanti e domestici. Quella di Milano è stata la provincia dove sono state presentate il maggiore numero di istanze: Roma ne ha ricevute 32.122. Tuttavia, facendo un rapido bilancio, questa sanatoria - per come è stata concertata - si è rivelata fallimentare. Come emerge, seppur con toni molto pacati, anche dalla critica mossa dai funzionari prefettizi alla procedura di emersione. "Alla luce di questa esperienza - ci spiegano - possiamo dire che la procedura, seppur valida, sia pure perfezionabile. Si auspica per il futuro che siano introdotti filtri finalizzati alla verifica dell’identità del richiedente fin dal momento dell’inserimento della domanda e sistemi di controllo preventivo (reddituali, di polizia etc.) mediante l’utilizzo di banche dati su tutte le domande pervenute". Infatti è stata proprio l’assenza di questi "filtri" a permettere che si verificassero un sacco d’imbrogli favorendo chi specula e prolifera sugli stranieri in cerca di regolarizzazione e, infine, ha fatto emergere molteplici situazioni di clandestinità destinate a restare in uno strano limbo.
Sottraendo dal totale delle domande inoltrate le 26.709 istanze che, al 1 settembre 2010, sono state regolarmente definite con sottoscrizione del contratto di soggiorno e richiesta del permesso di soggiorno (che, attenzione, non significa l’automatica emissione del permesso!) e le circa 3.000 istanze chiuse per inammissibilità, restano ancora infatti 16.796 pratiche. Che, pur non essendo sparite nel nulla, non si prospettano facili a risolversi e smaltirsi.
I funzionari della prefettura in questi mesi hanno dovuto misurarsi con una realtà improba. Una situazione aggravata dal fatto che il sistema telematico, previo il pagamento di 500 euro all’Inps, dava l’opportunità d’inoltrare la richiesta di emersione anche a datori di lavoro privi dei requisiti di legge permettendo a eventuali truffatori di approfittarne e di presentare, ad esempio, un numero di domande superiori a quello previsto dalla legge che indicava al massimo un collaboratore familiare e due badanti per ciascun richiedente. Il risultato è che di questi truffatori, come dimostrano le recenti indagini delle forze dell’ordine ne sono emersi parecchi.
In prefettura ci spiegano che la maggior parte di queste pratiche sono in attesa del parere della questura (7500 circa). Di queste almeno la metà rappresentano i cosiddetti «ricircoli», ovvero sono state rinviate all’ufficio immigrazione per un nuovo parere; altre 2700 sono convocazioni partite dalla prefettura per le quali non si è mai presentato un datore di lavoro a ritirare il nullaosta; per altre 1110 la prefettura sta predisponendo un rigetto dopo aver ottenuto il definitivo parere negativo della questura e, infine, poco più di 1000 sono sospese perlopiù per invio di documentazione insufficiente.

Le restanti 6000 pratiche (una più una meno) giacciono in questura dove devono essere ancora sottoposte a un primo giudizio.

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