La Fnac non basta per Bersani

La Fnac non basta per Bersani

Il piano interrato della Fnac di via XX Settembre a Genova è pieno all'inverosimile. Superano nettamente il centinaio i fan di Samuele Bersani accorsi da tutta Italia per assistere alla presentazione del suo ultimo album, «Manifesto Abusivo», uscito nei negozi di dischi il 2 ottobre scorso. Lui, il cantautore riminese, entra sorridente nella sala di presentazione, addosso una giacca di jeans casual e tanta voglia di parlare con il suo pubblico, per presentare, come dice lui, «un momento musicale nudo e crudo, perché è così che dovrebbe essere un incontro di questo genere». Una carriera musicale lunga, la sua, piena di successi che hanno appassionato, commosso e fatto riflettere i ragazzi degli anni ’90. Dall'album d'esordio, «C'hanno preso tutto», nel 1992 a «Freak» che vende oltre 150 mila copie poi «Samuele Bersani», «L'oroscopo speciale» e «L'aldiquà». Il 24 luglio 2009 è il momento del nuovo singolo «Ferragosto», anticipazione di «Manifesto Abusivo», il settimo disco. Dal vivo Samuele esegue una carrellata del suo repertorio e tutte le canzoni, durante l'esecuzione, hanno il coro del pubblico che canta a memoria i suoi più grandi successi: da «Il Pescatore di Asterischi» a «Spaccacuore». C'è spazio - presentato dal caporedattore del Giornale massimiliano Lussana - anche per la spiegazione dei testi che lui scrive «di getto, quasi per non perdere l'attimo, l'ispirazione»: da «Un periodo pieno di sorprese», nata per «raccontare di un mio black out sentimentale a lieto fine» a «Pesce d'Aprile», ispirata da una frase letta sul giornale: «Ho letto che Alcatraz, il famigerato carcere - dice Samuele - potrebbe diventare un hotel e mi sono chiesto se fosse uno scherzo. A volte la realtà supera la fantasia». Durante l'incontro c'è il tempo anche per la battuta.

A chi gli chiede cosa ne pensa della politica italiana lui risponde con il sorriso: «Ad ogni uomo spetta un destino ed io ho l'iniziale di un leader e il cognome di un altro». E, sorridendo sulla canzone «A Bologna» in sui si ironizza sul sindaco-sceriffo, sbotta amaro: «Ora Cofferati ce l’avete qui voi. Auguri».

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