Gioia Locati
Provocatori negli slogan (la ministra è «Morattila e con simpatia è a Nassirya») e nella coreografia: davanti alla Statale tante bare di plastica a rappresentare la morte della scuola. Politicizzati più che mai - perfino la sinistra giovanile si è dissociata («questa manifestazione, senza il ministro è solo una prova di forza per dimostrare chi è più a sinistra») - per metà corteo hanno preso a braccetto Dario Fo, acclamato come un salvatore, chiedendogli di candidarsi a sindaco. Il tutto fra scoppi e lazzi, grida e striscioni. Una parte davanti allUniversità Bocconi dove è stato inagurato lanno accademico e un altro gruppo fuori dalla Statale e nel cortile dellateneo. Provocazioni che si sono però disperse con gli scoppiettii dei petardi e non si sono prestate a nessuno scontro. Nessuna Roma bis, per fortuna. Due le azioni eclatanti: una studentessa di 19 anni, Clara, matricola della Statale è riuscita a intrufolarsi nellaula Magna della Bocconi. E fra la prolusione del rettore Angelo Provasoli e poco prima di quella dellex presidente Consob Tommaso Padoa Schioppa ha preso la parola senza essere stata invitata: «Perché siamo in tanti fuori, migliaia di studenti. Contestiamo questa riforma che porta un futuro precario e inserisce il precariato nella scuola». Secondo: loccupazione della Statale. Decisa durante lassemblea-fiume nel pomeriggio di ieri: «Questa notte resteremo qui - ha precisato Alessandro dellUnisurfer -. Poi vedremo, cè di mezzo il ponte (sic!), magari riprenderemo mercoledì...». La protesta comincia alle 9. Gli studenti arrivano in via Sarfatti da varie direzioni, un gruppo dalla Statale, altri da porta Genova e dagli istituti della provincia. Il traffico è completamente paralizzato. Non si può circolare nellarea compresa fra via Castelbarco, viale Tibaldi, viale Bligny e il parco Ravizza.
È Simone Gastaldo, responsabile degli studenti di centrodestra in Bocconi a commentare che «questa protesta non ha senso davanti a un ateneo privato. La Bocconi ha tra i suoi valori proprio la cultura del merito e da questa riforma non può che trarne beneficio». In sintonia Tommaso Aquilante presidente del consiglio studentesco: «A noi piacciono queste regole che introducono la meritocrazia. Cosa cè di strano nel valutare i docenti, se sono stati bravi in passato sono in grado di dimostrarlo anche oggi. Per noi è lo stesso: se non hai i soldi e hai il cervello puoi fare la Bocconi, altrimenti se sei solo ricco ma senza tenacia luniversità te la scordi».
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