Caro Direttore, ho seguito con molta attenzione il dibattito del Giornale sulla tragedia delle foibe e, in particolare, sulla mancata presenza in quanto non invitati - dei rappresentanti delle associazioni degli esuli giuliani e dalmati alla tavola rotonda organizzata dallAssessore provinciale Devoto. La volontà e, direi quasi il dovere, di esprimere subito la piena solidarietà ai discendenti delle vittime che ne tutelano con grande dignità il ricordo, oltre allaltrettanto piena condivisione con quanto ha scritto il Giornale, non si sono tradotti in una mia dichiarazione, nellauspicio che la Provincia e il suo presidente Repetto avrebbero preso le distanze da quella che si è configurata come una vera e propria discriminazione nei confronti degli infoibati, dei loro congiunti e della verità storica. Invece, mi trovo a constatare che lassessore resta allineato alle posizioni «negazioniste» dei relatori, mentre il presidente della giunta continua a tacere avallando di fatto la tesi dei presunti storici invitati (esclusivi) allincontro. Neanche il dibattito in consiglio, che pure ha messo in clamorosa evidenza le contraddizioni dello schieramento di sinistra, ha portato a una sconfessione formale di quanto sostenuto dai relatori invitati da Devoto, e cioè, in sintesi: non cè mai stata pulizia etnica, si è trattato solo di reazione alle violenze fasciste contro la popolazione locale. Affermazioni che anchio, a questo punto, nellassordante silenzio delle istituzioni, mi sento di dover respingere nella forma e nella sostanza: innanzi tutto, come esponente politico che ha potuto incontrare, in provincia di Genova e in Liguria, esuli istriani, giuliani e dalmati di ogni ceto e condizione che, pur a distanza di decenni, non hanno dimenticato le violenze e le discriminazioni subite. Ma al di là del ruolo politico, mi sento, come semplice cittadino ligure di una terra, cioè, che ha dato convinta e generosa ospitalità a tanti esuli, sempre orgogliosi di sentirsi Italiani - di esprimere profonda esecrazione per come è stata organizzata e gestita la tavola rotonda voluta dallAssessore provinciale. Proprio mentre gli auspici di molti rappresentanti delle istituzioni si rivolgono a una lucida analisi del passato, nellintento di superare le divisioni in nome della pacificazione nazionale, iniziative come quelle assunte a livello ufficiale dalla Provincia e non ancora sconfessate! si collocano in un ambito decisamente antistorico, frutto di pregiudizio politico, sociale, morale e umano.
Di fronte al quale è doveroso, come ha fatto in questi giorni il Giornale, far sentire chiara e forte la voce del dissenso nei confronti delle mistificazioni, insieme a quella della totale solidarietà per gli esuli.*V.Coordinatore Provinciale Vicario PDL Genova
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