Le foibe, il massacro di migliaia di italiani della Venezia Giulia e della Dalmazia nel secondo dopoguerra, sono una ferita aperta. Nel Consiglio di zona 3 una mostra legata al Giorno del ricordo (che si celebra il 10 febbraio per una legge del 2004) diventa un caso politico. Il consiglieri del centrodestra protestano, e lAssociazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia non parteciperà, e denuncia un pericolo nelliniziativa di Zona e Anpi. Revisionismo, negazionismo. Questo - secondo gli esuli - è il rischio che si corre con ricostruzioni che minimizzano le responsabilità o stravolgono i fatti. Eccone un esempio: la tesi, secondo il Pdl, è contenuta nellultimo pannello del contestato allestimento: «Il rancore e lodio accumulati da sloveni e croati per la criminale oppressione fascista spiega solo in parte lasprezza dei comportamenti degli jugoslavi nei confronti della popolazione italiana». «Asprezza». Non si cita il maresciallo Tito, non si parla di pulizia etnica. Ancora, per il Pdl, nel pannello 9 si legge: «Zara, abbandonata da larga parte della popolazione in seguito ai bombardamenti anglo-americani...». Insomma, secondo gli esuli si preferisce presentare gli eccidi come una reazione, per minimizzare responsabilità e ragioni del massacro, di ordine politico ed etnico: «Il fascismo ha le sue colpe - spiega Guido Brazzoduro, vicepresidente dellAssociazione - ma esaltare questa cosa nel Giorno del ricordo vuol dire da adito ai negazionismi». Il centrodestra ha battagliato per ottenerne la partecipazione, e lAssociazione - accreditata presso Quirinale e ministeri - era disponibile a un doppio allestimento, e a un convegno con tesi diverse. «Non ci siamo mai sottratti ai confronti - spiega Brazzoduro - ma la Zona ha detto no, evidentemente vuole presentare solo la tesi dellAnpi». «Ancora una volta - dichiara Federico Santoro, consigliere del Pdl - la Zona presieduta dal rifondarolo Renato Sacristani cerca di dare spazio ai suoi amici dellAnpi con una mostra revisionista. Dopo anni di vergognosi silenzi della sinistra, ora che il Ricordo è diventato legge si è passati oggi ad un uso politico e partigiano della storia. Che vergogna.
Non bisogna far altro che prendere atto che, anche nella commemorazione del giorno del ricordo che dovrebbe unire tutti gli italiani nel dolore delle Foibe e dellesodo, cè chi tenta ancora di dividere e rinfocolare vecchi odi».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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