Folgorato dal lampione: 5 condanne, 4 assoluzioni

Si è concluso con cinque condanne e quattro assoluzioni il processo di primo grado per la morte di Francesco Bertolaccini, il giovane di 17 anni che morì folgorato il 22 aprile del 2003, in via dei Gordiani, a Roma, venendo accidentalmente a contatto con un palo della luce. Alla sbarra erano finiti, con l’accusa di omicidio colposo, nove persone, dirigenti e dipendenti dell’Acea e rappresentanti di ditte che avevano eseguito una serie di lavori all’impianto elettrico. Il giudice monocratico della sesta sezione del Tribunale di Roma, Francesco Patrone, ha condannato a un anno di reclusione Aldo Tortora, nella veste di direttore dei lavori Acea e il capo zona Piero Sestili. Ad otto mesi sono stati, invece, condannati l’assistente di cantiere Alessandro Corinaldesi, il responsabile della ditta che ha eseguito i lavori dell’impianto, Roberto Bonsignori e l’operaio Antonio Lucioli. Assolti, con formula piena, altri due operai, Andrea Boscacci e Federico Ferrari, cosi come Francesco Bonsignori, e il responsabile della ditta appaltatrice, Walter Mangione. I condannati, inoltre, dovranno risarcire i familiari in sede civile. L’Acea aveva già liquidato il danno ai familiari per un importo che si aggira intorno ai 550 mila euro. Bertolaccini morì a causa di una dispersione di corrente ad un palo della luce.

Il giovane, operaio in una ditta che fabbrica ascensori, stava giocando con alcuni amici quando il pallone finì all’interno dell’ istituto religioso Cabrini, delle suore missionarie del Sacro Cuore. Per recuperarlo, Francesco si arrampicò su un palo della luce appoggiandosi alla recinzione metallica del convento venendo colpito da una violenta scarica elettrica che lo uccise sul colpo.

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