Foligno, doping ai cavalli della Quintana La Brambilla: "Altro che tradizione, è una vergogna"

Condannate dieci persone per aver somministrato sostanze dopanti ai cavlli che partecipavano al torneo cavalleresco

Foligno, doping ai cavalli della Quintana La Brambilla: "Altro che tradizione, è una vergogna"

La Giostra della Quintana, la rievocazione medievale che da 65 anni si svolge nel centro di Foligno (Perugia) è sotto i riflettori per un'inchiesta che ha condannato dieci persone colpevoli di aver dopato i cavalli che partecipavano al torneo cavalleresco.

Eppure il sindaco della cittadina umbra, pur sostenendo che "se qualcuno ha sbagliato, deve pagare", chiede di non mettere "sotto accusa un'intera città", per il ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla la situazione è vergognosa: "Una realtà squallida e censurabile che, ancora una volta, vede gli animali vittime di abusi e maltrattamenti che non vogliamo trovino più alcuno spazio in un grande Paese civile quale è l'Italia".

Per il ministro questo "è solo l'ultimo di una lunga serie di analoghi accadimenti che offendono il grande sentimento di amore e rispetto degli animali e dei loro diritti, proprio della maggioranza degli italiani,  e che, per la risonanza ad essi garantita all'estero, arrecano anche un grave danno all'immagine nazionale e al conseguente appeal turistico".

La Brambilla torna quindi a difendere la sua scelta di non riconoscere alle manifestazioni popolari che vedono coinvolti animali - tra le quali proprio quella di Foligno - la possibilità di ottenere il riconoscimento di Patrimonio d'Italia per la tradizione: "La sentenza e le intercettazioni confermano che questo tipo di competizioni siano caratterizzate da un'assoluta mancanza di rispetto nei confronti degli animali utilizzati, i cui diritti vengono sacrificati senza pietà, al solo obiettivo di conquistare il palio".

"Vorrei ricordare", conclude il ministro, "che alle prove della Quintana di giugno è toccato alla purosangue di sei anni Estrada, mentre l’anno scorso si è dovuto abbattere, per frattura insanabile, Kalascian, un cavallo di quattro anni. Non c’è nulla di culturale nel drogare, maltrattare e condurre alla morte un animale. Altro che tradizione, è solo una vergogna".
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