Folle di rabbia, uccide la moglie

L’ex compagna è stata accoltellata mentre cucinava

Non ce la faceva più ad ascoltare i suoi rimproveri, le sue lamentele. All’ennesima discussione nata in cucina, mentre lei gli preparava il pranzo della domenica, lui, Francesco Morlando, classe 1959, invalido civile con precedenti alle spalle per reati contro il patrimonio e stupefacenti, ha afferrato un coltello da tavola e lo ha affondato ben tre volte con rabbia ceca nell’addome della moglie, Alba Guerrone, 42 anni. Sono attimi terribili. La poveretta piomba a terra in un lago di sangue, esanime. Lui con le mani sul capo, si guarda attorno, è spaventato, sotto choc. Riafferra la lama, la getta in un cassetto senza nemmeno lavarla. Non sa che fare. Mancano pochi minuti all’una. Prende il telefono, chiama il cognato e, fuori di sé, farfuglia parole sconnesse: «L’ho fatto perché ero esasperato. Avevamo litigato». Il parente abita nell’appartamento di fronte. Come altri vicini ha sentito le urla, era già fuori. Capisce subito che nella casa che fino a poco tempo fa Alba divideva con Francesco al quarto piano di una palazzina popolare al civico 74 di via dell’Archeologia, nel cuore di Tor Bella Monaca, deve essere accaduto qualcosa di grave. E chiama il 112. I militari non perdono tempo. Dalla sala operativa l’Sos è girato immediatamente ai carabinieri del Reparto di Frascati, competenti per la zona. Passano una decina di minuti e le prime «gazzelle» sono sul posto. Gli uomini salgono su fino al pianerottolo. La porta dell’appartamento è chiusa con mandate dall’interno. «Francesco apri», gridano i carabinieri. Ma lui, niente, è barricato dentro casa. Non si può perdere tempo, se si può fare ancora qualcosa per salvare la donna. I militari del tenente Michele Meola, alla fine, decidono di sfondare la porta. Il corpo martoriato di Alba è steso sul pavimento tra la cucina «a vista» e l’ingresso, poco distante la tavola apparecchiata. Lui, Francesco, nel frattempo, s’è accucciato vicino al cadavere dell’ex compagna dalla quale aveva avuto una figlia, appena diciottenne. Dopo l’iniziale resistenza, si lascia ammanettare e condurre giù, in strada. Sale nell’auto che lo porterà prima in caserma, poi dritto nel carcere di Regina Coeli. «Era sconvolto - spiega il colonnello di Frascati, Marco Minicucci -. Del gesto folle non ha dato una spiegazione precisa. Ha detto che era stanco ed esasperato». Sarà comunque l’autopsia a chiarire esattamente la dinamica dell’omicidio, In particolare, si dovrà capire se l’uomo abbia agito anche per difendersi da una possibile aggressione della donna, con la quale stava discutendo furiosamente. Eventuali segni di graffi e colluttazione potrebbero costituire un’attenuante. In via dell’Archeologia, i vicini sono increduli: «Si erano separati di fatto ma non ancora legalmente - raccontano -. Lei viveva al primo piano insieme con la figlia, lui era rimasto al quarto. Ma Alba continuava ad accudirlo, a preparagli pranzo e cena. Litigavano spesso, anche furiosamente. E anche la litigata di oggi (ieri, ndr) sembrava essere una delle tante.

Invece, ecco la tragedia». Alba, in passato, era stata segnalata per avere venduto in strada fuochi d’artificio illegali. Sia lei, che l’ex marito, autista di una ditta di trasporti, avevano un’invalidità civile minima.

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