Paolo Giordano
da Milano
Via tutto. Via i computer portatili, via i cellulari, via la scaletta. Daccordo che Prince è come i maghi delle fiabe, che vivono al buio del castello perché hanno le idee chiare, e che proprio non ce la fa a sopportare che il suo nuovo ciddì sia spolpato anzitempo con troppa delizia di particolari. Però neppure la Cia. Ieri a Milano si è concluso il giro del mondo dellunica copia di 3121, il ciddì che il mago di Minneapolis pubblicherà nella seconda metà di marzo, ed è stato un ascolto nudo, solo la musica come vuole lui, senza i titoli delle canzoni o gli strumenti suonati o i musicisti (che si possono trovare solo spulciando Internet). Insomma, telegrafico. Perciò 3121 è un bel ciddì. Stop. È il ritorno alla sua vena funky. Stop. È soprattutto uno stillicidio di sensualità, lo sgocciolare lento e sinuoso di passioni che il basso profondissimo spinge fino in fondo e la voce scandisce, ora insinuante ora umida ora sospirata, per dodici canzoni che diventano le dodici stanze del suo nuovo castello.
Dopo esser sceso in piazza e aver protestato contro la congiura discografica (risultato: dieci anni e rotti di esilio), Prince si è riacceso a modo suo. Ha quasi 48 anni ma non li dimostra. Con il precedente ciddì ha venduto due milioni di copie. Nel 2004 è andato in tournée incassando più di Madonna ed Elton John: 56 milioni di dollari. E negli immensi stanzoni di Paisley Park a Minneapolis ora gironzola unaltra protégé, che ha un nome imprevisto, Tamar, ma un aspetto prevedibile assai: è bellissima, altissima e nel singolo Beautiful, loved & blessed esibisce una voce nera e calda sulla scia di quelle di Apollonia Kotero, Sheila E, Vanity o Jill Jones, insomma di tutte quelle ancelle che lo hanno seguito negli ultimi ventanni, scorrazzando e godendo delle sue manie.
In più Prince è tornato a essere un businessman. Ha firmato un contratto con la Universal, che è una multinazionale che controlla il trenta per cento del mercato e quindi lo spedisce al seguitissimo Saturday Night Live della Nbc dopo 25 anni di esilio. Insomma, quando laltra sera è apparso a sorpresa con Tamar al Roxy sul Sunset Boulevard di Los Angeles, il vippaio in platea - da Elijah Wood a Serena Williams - si è ritrovato di fronte un uomo nuovo che ha finalmente forzato la gabbia egoistica dei geni e prova unaltra volta a fare i conti con la realtà (e non solo perché si è messo a cantare When a man loves a woman, che ormai è roba da karaoke). Perciò concediamogli il titolo matematico di questo ciddì, 3121, che potrebbe essere il suo numero civico di casa o che, sommato, fa sette ossia il suo numero preferito o che, se letto al contrario, riconduce al 13 dicembre, data di pubblicazione del primo singolo Te amo corazon (che nel castello è una stanza del tutto isolata dalle altre). Sono vezzi, esattamente come i sette inviti a casa sua inseriti a caso nelle copie americane alla maniera di Willy Wonka, cioè Johnny Depp in La fabbrica di cioccolato.
Chi se li troverà in mano, andrà a pranzo da lui a Minneapolis e buon appetito.
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