Cronaca locale

«Una fondazione per rianimare la Pinacoteca»

La polemica: «Niente quadro perché rovinato? Si restauri»

Marta Bravi

«Occorrerà fare molto per Brera, che non gode di buona salute. Andrebbe sottoposta a una terapia d’urto, alla respirazione bocca a bocca. E stiamo parlando della Pinacoteca più importante d’Italia...». Sono le parole dell’assessore alla Cultura Vittorio Sgarbi, che sta pensando all’istituzione di una fondazione per risollevare le sorti della trascurata pinacoteca. «Brera è proprietà dello Stato - continua Sgarbi - e non rientra nelle mie competenze, penso però che costituire una fondazione sia la prima medicina che si dà ai musei, così come feci a suo tempo per il Museo Egizio di Torino». Oggi però, tuona l’assessore, «mi interessa Brera in quanto non vuole concedere il prestito del “Cristo Morto” del Mantegna perché le sue condizioni di conservazione non ne permetterebbero il trasporto. Sciocchezze, quando ero sottosegretario al Ministero dei Beni culturali autorizzai nel 2001 il trasporto dell’opera a Mantova per la mostra “La celeste galleria”, che infatti raggiunse la cifra record di 630mila visitatori. Com’è possibile che l’opera si sia deteriorata a tal punto in soli 5 anni?».
Per sollecitare un intervento del ministro per i Beni culturali Francesco Rutelli, ieri il critico d’arte gli ha scritto da Cortina d’Ampezzo una lettera aperta. Secondo Sgarbi, infatti, il capolavoro non può mancare nella triplice mostra, che vedrà protagoniste Padova, Verona e Mantova e che sarà inaugurata, il 16 settembre, per celebrare i 500 anni dalla morte dell’artista padovano. «Presiedo il comitato nazionale per le celebrazioni del V centenario della morte del Mantegna - sottolinea Sgarbi -, comitato voluto dallo stesso Rutelli con cui ho promosso a Berlino le tre mega mostre, e adesso si rischia di far mancare l’opera più importante? Si perderanno almeno 200mila presenze per un totale di 1 milione 600mila euro. Lo Stato ostacola se stesso in questo modo eppure solo il Ministero ha speso 1 milione di euro per una mostra che vanta prestiti internazionali». Sono, infatti, 140 i musei prestatori che hanno reso possibile il mega evento che vanta 65 capolavori del maestro padovano per 352 opere complessive (il catalogo è edito da Skira).
«Rutelli si fa imbrogliare dai suoi stessi tecnici - provoca Sgarbi - che gli dicono che l'opera non può essere mossa». Proprio per questo oggi, spiega, «due restauratrici che vantano il restauro di opere di proprietà pubblica, Valeria Merlini e Daniela Storti, effettueranno un sopralluogo a Brera. Se l’opera necessita di restauro, il comitato nazionale intende sostenere ogni necessario intervento per migliorare la conservazione, assumendosi l’onere dell’intervento. Se, invece, il responso dovesse essere contrario a quanto detto dalla sovrintendenza braidense, è necessario che intervenga il ministero».
Insomma delle due l’una, questo l’amletico dilemma servito su un piatto d’argento a Rutelli: se il «Cristo morto» è in buone condizioni allora Brera lo presti, altrimenti lo presti affinché il comitato nazionale possa restaurarlo. Dilemma presto risolto dal Ministero, che in serata ha confermato il suo niet al prestito: «Il ministro non intende compiere un gesto di imposizione sovrapponendosi alle valutazioni tecniche dei responsabili della tutela del patrimonio artistico, soprattutto quando si tratta di capolavori di incomparabile livello».

L’iracondo assessore non ha perso tempo e ha fatto pervenire al dicastero il suo violento j’accuse: «È un errore di Rutelli non contrastare i tecnici infedeli che mentono a lui e ingannano lo Stato».

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