La fondazione Rossellini ha trovato «casa»

Tra i progetti il restauro di «Roma città aperta» e una retrospettiva durante la prima «Festa del cinema»

Francesca Scapinelli

Una retrospettiva, il restauro quanto più possibile accurato del suo capolavoro Roma città aperta, una nuova sede per la fondazione a lui intitolata. Ecco i tre punti fondamentali del programma che celebra i cento anni dalla nascita di Roberto Rossellini, il grande regista romano scomparso nel ’77 (era nato l’8 maggio 1906), autore di pagine di storia del cinema con pellicole quali Paisà e Viaggio in Italia.
A dicembre il Museo di Roma in Trastevere ospiterà l’ampia mostra multimediale «Roberto Rossellini arte e scienza dell’Umanesimo», come quelle già allestite a Madrid e Parigi.
Il cineasta sarà messo a confronto con gli studiosi che lo hanno ispirato in un percorso che travalica il cinema e riguarda letteratura, teatro, scienze.
Ancor prima, in autunno, sarà concluso il restauro di Roma città aperta, un lavoro filologico cui il Comune di Roma ha contribuito con un finanziamento di 35mila euro.
La versione recuperata sarà proiettata sia al Festival di Venezia, sia alla manifestazione di cinema internazionale che debutterà in ottobre nella Capitale. Inoltre, la sede comunale di via Florida, al momento occupata dagli uffici Palaexpo, circa 300 mq in pieno centro, passerà in parte all’Anac (Associazione autori cinematografici) e in parte proprio alla Fondazione Roberto Rossellini per diventare luogo fisico dello sterminato archivio rosselliniano.
Presidente onorario della Fondazione voluta da MetaCultura è il figlio maggiore del cineasta, Renzo. «Vorrei che mio padre fosse ricordato per quello che è stato - rivela -. Uno dei pochi autori che ha fatto del cinema uno strumento etico. Ecco, vorrei lo si ricordasse per gli aspetti etici più che estetici e che i suoi film fossero presentati come avrebbe voluto, cioè una storia dell’umanità».
La fondazione, inoltre, porta avanti il progetto «Laboratorio Rossellini»: un museo virtuale, un ipertesto comprensivo del sistema polienciclopedico concepito dal regista-pensatore in base a quattro prospettive (enciclopedia della civiltà occidentale, degli incontri tra universi culturali, dei sentimenti, sui princìpi della narrazione e della messa in scena).
In agenda è anche la pubblicazione in nove volumi di tutti gli scritti del maestro, dalle sceneggiature alle pagine teoriche e all’epistolario. Tanti modi per rendere omaggio a un’icona del cinema, italiano e non solo, talvolta frainteso dalla critica: «Un po’ come Picasso, ha percorso vari generi, esplorato e inaugurato stili - osserva il figlio - e non sempre è stato capito.

Per esempio, le sue opere su temi spirituali o sulla solitudine delle donne sono stati interpretati come tradimento del neorealismo».
Infine, si stanno studiando alcune riprese sulla Patagonia e il Sudamerica: un apocrifo che potrebbe essere rosselliniano.

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