Fondi, meno deflussi ad aprile il patrimonio torna a crescere

Sembra avvicinarsi al capolinea la lunga serie di riscatti che in questi mesi ha accompagnato l’andamento della raccolta dei fondi aperti. Ad aprile, infatti, la somma tra sottoscrizioni e riscatti si è fermata a -826 milioni.
Nonostante i deflussi, si legge in una nota di Assogestioni, grazie all’attività di gestione e al favorevole andamento dei mercati, il patrimonio è tornato a crescere passando dai 385,6 miliardi dello scorso mese agli attuali 396,7.
Ad aprile Assogestioni ha rilevato il ritorno in territorio positivo dei prodotti azionari e flessibili. Per i secondi la raccolta è stata di 477 milioni, un dato che ha contribuito alla crescita degli asset detenuti dalla categoria che si posizionano nuovamente sopra quota 51 miliardi (12,9% degli asset complessivi). Per i fondi azionari il saldo positivo è pari a 373 milioni di euro. La categoria si è presentata con una crescita del patrimonio ancora più consistente, passando dai 64 miliardi di marzo agli attuali 73 miliardi (18,3% degli asset investiti in fondi aperti).
Prossimi alla parità anche i fondi bilanciati (-106 milioni), mentre il saldo negativo è più ampio sia per i fondi di liquidità (-193 milioni), che per gli obbligazionari (-403 milioni). La maglia nera è stata assegnata ai fondi hedge (-975 milioni).
Anche ad aprile le principali «vittime» dei deflussi sono i fondi di diritto italiano promossi da gruppi italiani ed esteri. I prodotti domestici hanno registrato riscatti complessivi per circa 2 miliardi di euro ed un patrimonio equivalente oggi al 51,9%. Nettamente positiva invece la raccolta provvisoria dei fondi di diritto estero promossi da gruppi italiani ed esteri. I sottoscrittori, infatti, hanno fatto pervenire nelle casse di questi prodotti somme per circa 1,2 miliardi di euro. Gli asset stimati sono cresciuti abbondantemente passando dai 182 miliardi di marzo agli attuali 191 miliardi di euro, il 48,1% del patrimonio dell’intero sistema fondi.

Nel corso del mese i gruppi italiani, che detengono l’82% del patrimonio, hanno accusato deflussi per 570 milioni di euro. I gruppi esteri, a cui spetta il restante 18% degli asset, hanno momentaneamente chiuso con 257 milioni di euro di deflussi.

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