da Milano
Manca solo il timbro dellufficialità, ma il passaggio di Valentino Fashion Group al fondo di private equity Carlyle è praticamente cosa fatta. I titoli della maison sono stati sospesi ieri per lintera seduta di Borsa e anche nella sessione after hours, in attesa di un comunicato che in tarda serata non era però ancora stato diffuso. A Francoforte, intanto, già si scommette sullipotesi di unOpa a cascata che riguarderebbe la controllata Hugo Boss.
In effetti, il fondo Usa guidato in Italia da Marco De Benedetti, avrebbe messo assieme poco meno del 50% del pacchetto di Valentino: con lacquisto del 29,9% finora nelle mani dellInternational Capital Growth (Icg), la società che ha coagulato intorno al vicepresidente Andrea Donà delle Rose le partecipazioni di buona parte della famiglia Marzotto-Donà delle Rose; e rilevando il 19,78% posseduto dalla Canova di Antonio Favrin (presidente di Valentino, che potrebbe rientrare in un secondo tempo) e Dario Segre. Lo stesso Favrin, in occasione della presentazione della trimestrale della società venerdì scorso, non aveva nascosto linteresse manifestato da parte di alcuni fondi, pur negando che fosse stata presentata una proposta formale. I nomi chiamati in causa dalla stampa erano stati subito quelli di Permira e Carlyle, con questultimo considerato in pole position.
In mancanza di dettagli sullaspetto finanziario della cessione, è utile ricordare che Valentino capitalizza circa 2,6 miliardi di euro e che lultima quotazione del titolo, nellultima seduta della scorsa settimana, era stata di 35,18 euro. Il superamento della soglia di controllo del 30% da parte di Carlyle farà scattare lobbligo del lancio di unOfferta pubblica di acquisto. A quel punto, sarà interessante vedere come si comporteranno gli altri azionisti della casa italiana non coinvolti nelloperazione dal fondo americano. In minoranza, se decideranno di non cedere le loro azioni, resteranno Tidus (Stefano, Nicolò e Gaetano Marzotto, alleati con Marco Donà delle Rose, fratello di Andrea, con il 12,751%) e Pfc (Paolo Marzotto e famiglia) con l8,03%.
La partita dovrebbe inoltre allargarsi a Hugo Boss, di cui Valentino controlla il 78,76% e resta uno dei principali asset, forte di un fatturato 2006 di 1,4 miliardi di euro (più 14,2% sullanno precedente) rispetto a ricavi di gruppo pari a 1,9 miliardi.
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