Il fondo salva imprese che ha salvato solo se stesso

Doveva diventare il principale fondo italiano di turn around, specializzato cioè nel salvataggio di aziende in crisi. Di fatto in quasi quattro anni Management & Capitali è rimasta al palo, collezionando un curriculum di operazioni molto modesto. Nata da una scissione di Cdb Webtech alla fine del 2005, M&C è la prima investment company ammessa alle quotazioni di Piazza Affari. Prezzo delle azioni 1 euro. La prima e principale scommessa del fondo è l’acquisto del gruppo torinese Comital (che produce le pellicole Cuki e Domopak). Gruppo allora in forte crisi, ma ancora oggi lontano dall’essere risanato. Poco altro nel portafoglio di M&C: l’azienda tessile biellese Botto Fila e il bond Treofan, che alla conversione garantirà il controllo della società tedesca che produce propilene. A ciò vanno aggiunti una veloce incursione nel capitale di Tiscali (con relativa perdita) e l’altrettanto fugace comparsa tra i pretendenti della prima ora per Alitalia, a fianco dell’ex proprietario di Air Dolomiti, Alcide Leali.
Di fronte al peggioramento delle condizioni del mercato finanziario la società ha deciso in primavera la restituzione di gran parte della cassa ai propri azionisti (254 milioni di euro su 300, con una cedola straordinaria di 62 centesimi di euro, appena distribuita). Come ha malignamente commentato un analista, il fondo è nato quando l’economia andava bene e le aziende erano sane. Quando è scoppiata la crisi e le aziende hanno cominciato ad avere difficoltà, M&C, che di ristrutturazioni societarie si doveva occupare, ha di fatto deciso di sparire dalla scena.


Poco più di un anno fa l’entrata di Giovanni Tamburi nel capitale con una partecipazione salita fino all’attuale 15% e la successiva stipula del patto di sindacato con l’Ingegnere. Ma è da questa primavera tuttavia che le divergenze tra i due sembrano aver preso il sopravvento.GP

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