Fonsai, il «ribaltone» di Sator e Palladio

Fonsai, il «ribaltone» di Sator e Palladio

L’ingresso di Sator e Palladio Finanziaria nel capitale di Fonsai è destinato a cambiare non solo il destino della compagnia assicurativa, ma anche degli assetti-chiave della finanza italiana. Ed è per questo motivo che le prossime mosse degli schieramenti in campo, a partire da Mediobanca- Unicredit-Unipol, saranno studiate con la massima cura.
A Piazzetta Cuccia si continuano a limare i dettagli dell’operazione fin qui progettata (in particolare i due aumenti di capitale da 1,1 miliardi), nel quartier generale vicentino di Palladio e in quello milanese di Sator si intensificano i contatti con coloro che potrebbero diventare i partner dell’operazione. Possibilità prevista dal patto di consultazione tra le due finanziarie che ieri è stato inviato all’Isvap, ansiosa di conoscere le finalità del progetto targato Matteo Arpe e Roberto Meneguzzo. All’Authority guidata da Giancarlo Giannini spetterà dare il via libera all’acquisizione di una partecipazione fino al 10% da parte di entrambi i soci quando raggiungeranno quella quota. Intanto, a Piazza Affari si è un placata la corsa agli acquisti di Fonsai (+0,4%) e della controllata Milano (-4%), ma nell’ultima settimana è passato di mano il 26,7% della compagnia guidata da Emanuele Erbetta e Piergiorgio Peluso, segno che a Piazzetta Cuccia e dintorni bisognerà mantenere molto alta la soglia di attenzione.
Anche perché proprio in Fonsai c’è un 3,8% di Mediobanca, un 5,2% di Rcs e un 1,1% di Generali (oltre a una minuscola quota in Unicredit diluita nel maxiaumento da 7,5 miliardi) che potrebbero cambiare molti assetti nel cosiddetto «salotto buono». Va detto che proprio il vicepresidente di Unicredit Fabrizio Palenzona è uno dei grandi sponsor dell’aggregazione Unipol-Premafin-Fonsai-Milano e, in un periodo in cui l’articolo 36 del «salva-Italia» è ancora in fase di interpretazione e il cda di Piazza Cordusio è in scadenza, lo scenario potrebbe mutare. Almeno per quanto riguarda il futuro board dell’istituto guidato da Federico Ghizzoni. Per tutto il resto, invece, si può giocare sul fattore tempo considerato che il patto di Mediobanca - che vincola il 40% circa della merchant bank - scade il 31 dicembre 2013, due mesi e mezzo dopo quello di Via Rizzoli. Mercoledì prossimo si riuniranno il patto e il cda di Mediobanca per esaminare la semestrale e, almeno ufficialmente, non si parlerà d’altro. Probabile che tutto si riverberi sul consiglio di Fonsai del giorno successivo sui preliminari del 2011.
Il fattore-tempo potrebbe anche giocare anche a favore di Sator e Palladio nella ricerca di quei partner industriali con i quali programmare un rilancio industriale della sola Fonsai, in termini meno onerosi di quelli previsti da Mediobanca (che porterebbe dentro anche i 340 milioni di debiti Premafin).

E tempo sicuramente servirà perché alcuni interlocutori, sia industriali che finanziari, si sarebbero mostrati un po’ «tiepidi». Alcuni perché contattati in precedenza da Piazzetta Cuccia per l’operazione-Fonsai, altri perché intenzionati a restare in buoni rapporti con il team di banchieri guidati dall’ad Alberto Nagel.

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