Aperti a «uno o più investitori terzi». Il patto di consultazione tra Palladio e Sator, che detengono rispettivamente il 5 e il 3% di Fonsai, prevede la possibilità di un allargamento della compagine. La scadenza, fissata al 30 settembre prossimo, consente un ampio margine temporale per cercare nuovi partner. L’estratto dell’accordo conferma - oltre alla volontà di partecipare al rafforzamento di Fonsai - inoltre che «nessuno dei soci eserciterà il controllo», una scelta obbligata per non incorrere negli strali dell’Isvap (che comunque ha richiesta copia del patto) e per far sì che sia possibile avvicinarsi alla soglia consentita del 10% ciascuno. Tra le previsioni dell’intesa anche la stesura di patti di sindacato e/o di blocco e la possibilità di partecipare a un veicolo detenuto pariteticamente, unico modo possibile per lanciare un’Opa preventiva parziale sul 30% della compagnia avendo entrambi movimentato più dell’1% di Fonsai nell’ultimo anno.
La Consob guidata da Giuseppe Vegas, infatti, continua a monitorare strettamente la situazione. E casualmente nell’ambito delle convocazioni dei protagonisti della vicenda, dopo il numero uno di Palladio Roberto Meneguzzo, è stata la volta dell’ad e del dg di Fonsai, Emanuele Erbetta e Piergiorgio Peluso. Un incontro in calendario da tempo giacché la Consob vuole conoscere quale sia lo stato della compagnia (in difficoltà dal punto di vista del solvency ratio) e intenda essere ragguagliata sull’aumento di capitale da 1,1 miliardi che dovrà essere varato dall’assemblea del 19 marzo. Il prossimo sulla lista dell’Authority è il vicepresidente e ad di Sator, Matteo Arpe, che dovrebbe essere ascoltato lunedì.
È un gioco di coincidenze. La pubblicazione dell’estratto del patto è avvenuta nello stesso giorno in cui l’ad di Axa, Henri de Castries ha sibillinamente ribadito che «concludere affari a buone condizioni in Italia ci interessa». Considerato che con la stessa chiarezza è stato escluso un aumento della partecipazione in Monte dei Paschi di Siena, attualemente al 5%, è logico pensare che de Castries sia orientato su ciò che accade a Fonsai. E se l’inizativa Palladio-Sator aprisse una breccia nell’architettura progettata da Mediobanca, sicuramente non si tirerebbe indietro.
Il caso vuole che pure ieri in Borsa sia stato movimentato circa il 5% del capitale di Fonsai con circa 17,2 milioni di pezzi passati di mano. Volumi super che hanno consentito al titolo di contenere le perdite in una seduta negativa allo 0,34% a 1,735 euro. La controllata Milano ha proseguito nel suo trend rialzista guadagnando l’1,5%. Le previsioni di Intermonte circa una prosecuzione degli acquisti si sono autoavverate: segno che l’iniziativa di Sator e di Palladio non è estemporanea.
La giornata ha riservato qualche altra piccola sorpresa. L’ad di Fonsai, Emanuele Erbetta ha ribadito al volontà di «andare avanti con determinazione» sul progetto di integrazione con Unipol, al quale ha lavorato insieme a Mediobanca e Unicredit. Palladio e Sator? «Se comprano, credono nella compagnia», ha tagliato corto.
Sul fronte Unipol, c’è invece da registrare lo slittamento a marzo dell’assemblea della controllante Finsoe che dovrà garantire mezzo miliardo in sede di aumento. Problemi di liquidità per le cooperative azioniste che non operano nella grande distribuzione. È probabile che a finanziare siano le coop di consumo, magari lasciando una call alle altre socie.
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