Lamministratore delegato Emanuele Erbetta riavvia la «sala macchine» di Fonsai. Nel primo semestre, ancora influenzato dalle svalutazioni sul portafoglio azionario e dal crac della Grecia, la compagnia assicurativa dei Ligresti ha ridotto le perdite a 61,9 milioni (contro il rosso da 144,8 milioni di un anno prima) e ha «ripulito» il portafoglio Danni. Il combined ratio (che misura il peso di sinistri e spese sui premi) migliora a 101,9% (dai 105,4% di giugno 2010) senza però, complice laumento delle riserve, quel salto verso il profitto atteso da uno studio di Mediobanca, che fissa a 1,65 euro il target price di Fonsai (+2,3% a 1,4 euro il titolo ieri in Piazza Affari) e a 0,46 euro quello della controllata Milano. Anche a causa dellazione di pulizia, la raccolta Danni è calata dell1,2% a 3.655 milioni e quella Vita del 31% a 2.559,9 milioni.
Osservato speciale resta poi il margine di solvibilità che, grazie al massiccio aumento di capitale connesso al piano di salvataggio ordito da Unicredit, è tornato pro-forma a quota 126,3% (contro il minimo regolamentare di 100%). La guerra delle Borse degli ultimi due mesi potrebbe aver però schiacciato il margine in area 120%, poco rispetto al 130-140% dei concorrenti Unipol e Generali. Tanto che alcuni analisti stimano che Fonsai abbia ancora un deficit di capitale prossimo a 300 milioni. Nel dettaglio, il primo semestre ha visto svalutazioni per 78 milioni, di cui 30,9 sulle azioni (20 milioni sono collegabili a Premafin e 15 a Unicredit) e 35,6 milioni sulle obbligazioni greche, oltre a 3,1 milioni sui fondi comumi. Da risolvere resta poi il capitolo cessioni.
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