Il football americano in meta con i Rhinos

«Il football americano è una moda tramontata? Se lo fosse non riceveremmo ogni settimana telefonate di persone che vogliono provare a giocare». Risponde così Fabio Gentile, presidente dei Rhinos Milano, se qualcuno gli domanda incuriosito di quella sessantina di ragazzi che certe sere, all'Arena, insegue una palla ovale indossando caschi e spalliere. Venticinque anni fa, quando lo sport a stelle e strisce per eccellenza - perché vince chi conquista territorio e disegna quindi nuove frontiere - vide nascere un campionato anche in Italia, Milano divenne un punto di riferimento: sei delle prime dieci finali scudetto hanno visto in campo una squadra cittadina e quattro titoli sono andati ai Rhinos, i Rinoceronti.
Altri tempi, quelli in cui dodicimila spettatori incorniciavano un derby proprio all'Arena, popolari radio private si legavano a questa o quella formazione e il nuovo gioco sottraeva discepoli al rugby. Poi il giocattolo si è inceppato, dicono che il football non avesse molti amici nei palazzi della politica sportiva e le stesse fortune dei Rhinos, finalisti perdenti nel '94 e in attività fino al '98, si sono smarrite. Nel 1999, però, un gruppo di amici crea una squadra di «flag», ovvero il football senza contatto. «Dopo un anno di partitelle al parco - continua Gentile - abbiamo deciso di chiamarci Rhinos, facendoci conoscere sul web. Attraverso una graduale crescita nelle serie minori siamo arrivati al football tradizionale, undici contro undici. Nel 2006 siamo stati semifinalisti in A2. Poi si è creata l'opportunità di spiccare l'ultimo salto di categoria e, avendo i requisiti necessari, cioè organizzazione societaria, basi finanziarie e un buon vivaio, ne abbiamo approfittato».
Così Milano ritrova una squadra di A1 proprio nel 2007, l'anno in cui i Rhinos festeggiano i trent'anni di vita. Debutto in campionato il 31 marzo contro Napoli, a maggio arriveranno i Lions Bergamo, tricolori da nove anni di fila. Ma il 17 febbraio, sul sintetico del Vigorelli, impianto storico del football italiano, è già in cartellone un test con gli inglesi del Coventry. «Pensiamo di essere pronti. Abbiamo un organico giovane e “milanese al 90%” e tre-quattro sponsor principali che ci sostengono: il football è uno sport costoso, basti dire che in trasferta ci si muove minimo in una cinquantina. Ambizioni? Crescere ma soprattutto lavorare molto per la promozione del gioco: ci sono progetti specifici in questo senso». Due gli americani in organico, entrambi per la difesa: Shaka Martin, un linebacker dai trascorsi a livello universitario con Navy e Rhode Island e Jonathan Martin, defensive back ex-Gladiatori Roma.

Americani saranno anche alcuni dei membri dello staff tecnico e il nome che spicca è quello di Bob Frasco, ex-quarterback dei Frogs Legnano, tre volte Mvp di una finale italiana. E chi vuole provare a giocare? Un maggiorenne può allenarsi e puntare a fare esperienza nella seconda squadra, i Rinoceronti di serie B. Per informazioni: www.rhinos.it.

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