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Forleo e la scorta: non possono obbligarmi

Il comitato per l’ordine e la sicurezza di Milano ha confermato la scorta per il gip, che però continua con la sua "dolorosa rinuncia, motivata da condotte commissive e omissive da parte di taluni carabinieri deputati alla mia protezione"

Forleo e la scorta: non possono obbligarmi

Milano - Il comitato per l’ordine e la sicurezza di Milano ha confermato oggi la scorsa per il gip Clementina Forleo. Lo ha confermato a Reuters la prefettura del capoluogo. Ma il magistrato ha commentato negativamente la decisione. "Nessuno può costringermi a salire su una macchina della scorta. Non ho ancora letto il provvedimento, voglio avere spiegazioni nel merito. Se non avrò spiegazioni sul perchè i vertici dei carabinieri (non hanno indagato sulle pressioni subite) non salirò sulla macchina della scorta", ha detto la Forleo commentando il provvedimento con i giornalisti. il gip ha anche detto di aver scritto una lettera a futura memoria al giudice Ferdinando Imposimato, sulle pressioni che avrebbe ricevuto quando era gip nell’inchiesta sulle scalate bancarie. "Non denuncerò chi le fatte, se dovesse succedermi qualcosa c’è la lettera a futura memoria", ha aggiunto.

"Attacchi provenienti da ambienti istituzionali" In una lettera inviata al prefetto di Milano, Gian Valerio Lombardi, e al procuratore generale Mario Blandini, il gip Clementina Forleo aveva detto di voler rinunciare alla scorta a causa di attacchi provenienti da "ambienti istituzionali". "La misura di protezione in atto non è idonea perché gli attacchi non provengono dalla piazza ma da ambienti istituzionali", aveva scritto nella lettera il giudice, che ha letto ieri ai giornalisti la missiva, dopo la decisione dei giorni scorsi di rinunciare agli uomini della scorta. Il gip - che di recente ha ricevuto una lettera minatoria con un proiettile - parla di una "dolorosa rinuncia motivata da protratte condotte commissive e omissive da parte di taluni carabinieri deputati alla mia protezione, sulle quali ho già riferito ai vertici dell’Arma senza avere alcun tipo di riscontro".

Il giudice -- che si è occupata di recente delle inchieste sulle scalate bancarie -- ha aggiunto di non aver denunciato le minacce ricevute da ambienti istituzionali per motivi di sicurezza, perché non si sente protetta, ma di averne parlato ai familiari e al magistrato Ferdinando Imposimato.

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