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Formentini nel fondo cala la carta d’argento

nostro inviato a Melbourne

Quel nonno ha i capelli biondi, la pelle dell’eternamente abbronzato, il fisico da bagnino conquistatore sulle spiagge e l’anima di un uomo pesce. Cognome e nome da sindaco, Marco Formentini, anima ligure, influenze napoletane, ed ora una medaglia, d’argento, come souvenir. Ieri ha nuotato fra le acque ribollenti dell’oceano davanti a Santa Kilda beach, surfeggiando tra le correnti, incontrando di tanto in tanto qualche medusa senza farci caso, lasciandosi portare dalla nuotata che ama l’acqua fredda. «Questo era il mio mare, questa la mia acqua». Forse il sindaco di Lavagna, la cittadina dove è nato e dove nuota estate e inverno, non sarà d’accordo. Ma con quell’età può fare ciò che vuole: 37 anni, il più vecchio di tutta la compagnia azzurra a Melbourne, oltre cinque ore a sbracciare nelle onde, 25 km di safari d’acqua ad inseguire un russo e un egiziano, ad occhieggiare fra un’onda e l’altra per ritrovare i punti di riferimento presi a terra. «Un palazzo alto è stato la mia bussola».
Argento come la sua età, nella gara della vita. Davanti solo il russo Kudinov. Aveva cominciato dicendo al ct: «Spero di non arrivare ultimo». Ha chiuso sorpassando nei 600 metri finali l’egiziano Zanaty, 14 anni più giovane di lui. «Bella soddisfazione per uno che dieci anni fa partecipava ai mondiali in piscina». Era in Australia come vecchione portafortuna. La compagnia del fondo puntava su altri. Ieri era l’ultimo giorno di gare, tutti pronti a tornare a casa con muso lungo e zero raccolto. Formentini è sceso in acqua pensando che poteva essere la gara d’addio. Capirete: a 37 anni! Ma il mare gli ha detto qualcosa. «Ci sono nato, conosco correnti, onde, fanno parte del bagaglio personale. D’inverno entro in acqua per la pesca sub. L’anno scorso mi sono ritirato perché non sopporto l’acqua calda. Poi serve testa ed io ci ho messo caparbietà».
Il racconto sfiora la novella, lui che ricorda quando era bagnino a Rapallo, il figlio che avrà in ottobre da Giordana, la fidanzata, il papà pensionato ferroviere, i tre anni nella pallanuoto che poi ha lasciato. «Sono troppo cattivo, mi arrabbio». Si è arrabbiato tante volte anche in acqua. Ma ieri no. Ieri ha trovato correnti e medaglia. «Che per me vale quanto un oro».

Tutto per dire: nonno è bello.

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