È rientrato in Italia nel primo pomeriggio di ieri proveniente dall'Australia il campione di nuoto di fondo Marco Formentini e dopo il saluto ai genitori ed alla sua compagna in dolce attesa di tre mesi, l'atleta trentasettenne si è recato alla caserma dei carabinieri di Chiavari dove ad attenderlo c'erano i suoi colleghi ed il comandante della compagnia, maggiore Giovanni Semeraro.
Marco Formentini è attualmente appuntato dell'Arma presso il Centro Sportivo di Napoli. Mostra la medaglia d'argento conquistata ai Mondiali nella terribile gara di 25 km con corrente e vento contraria e onde insidiose svoltasi nella Baia di Melbourne. «Condizioni difficili - ammette Marco Formentini - ma alle quali mi sono abituato fin da ragazzo ad esempio nella traversata Sestri Levante-Portofino o alla classica Cavi-Sestri Levante dove nel settembre ho stabilito il record assoluto». Sono gare di nuoto di fondo organizzate fin dagli anni '80 dalla Associazione Polisportiva Punta Manara capitanata dal chiavarese Franco Lo Cascio, amico di Formentini. «Conquistare il podio mondiale a 37 anni - dice Formentini - non è facile: occorrono allenamenti costanti e restare in acqua dalle quattro alle cinque ore di fila, le gare così lunghe richiedono due sforzi, uno fisico e una concentrazione mentale». Formentini ricorda gli ultimi centro metri della gara, le ultime 30 bracciate. «In quel momento ti viene in mente tutto quello che hai passato - spiega -. Se hai un distacco dal terzo e dal primo, come avevo io, puoi anche nuotare tranquillamente. Lì ho pensato che ormai era fatta. Vedevo sul pontile a fianco tutti i tifosi italiani con le bandiere ed è stato bellissimo».
«C'è un pò di rammarico - ammette - per quella medaglia d'oro sfuggita forse per colpa della crisi che ho avuto e che ho avuto difficoltà a superare. Io, essendo uno sportivo, penso sempre che è il primo ad essere ricordato, però per me questa è come una vittoria, perchè raggiungere un tale risultato a 37 anni, atleta più anziano dei mondiali sia in piscina che in acque libere, oltre che un risultato sportivo rappresenti anche un pezzo di storia del nuoto italiano».
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