Formigoni addolorato ma Rutelli è polemico

MilanoAi piedi dell’angelo che domina la cupola del San Raffaele cala il silenzio. A metà mattinata arriva la notizia del suicidio di Mario Cal e da quel momento in avanti nella piazzola, al pronto soccorso, nell’atrio della cittadella ospedaliera, ovunque, si comincia a parlare a bassa voce. Per rispetto. La preoccupazione di tutti va a Don Verzé, a come ha reagito alla tremenda notizia. E in effetti per il fondatore dell’istituto, 91 anni, che ha collaborato per una vita fianco a fianco con Cal, la botta morale è immensa. I suoi più stretti collaboratori riferiscono che Don Verzé non si è nemmeno presentato in ufficio ma è rimasto a casa, profondamente scosso e rifugiato nel suo dolore. «Abbiamo cercato di dirglielo piano piano, con cautela». Ma in questi casi le cautele non sono mai abbastanza.
Nessuno al San Raffaele si aspettava nulla del genere, nonostante il periodo estremamente complicato. «Cal ci aveva insegnato a sorridere anche nei momenti difficili ed era un uomo positivo e forte - racconta a nome di tutti i medici Maurizio Savi, direttore operativo della Ricerca dell’istituto di via Olgettina -. Ci è sempre stato di stimolo. Per questo chiedo che in questo momento si cerchi di guardare oltre i numeri, oltre i conti e oltre i bilanci. Là si troverà il senso della vera missione di Cal e del San Raffaele: là troverete la centralità dell’uomo». Anche l’avvocato Rosario Minniti tiene a ribadire la buona fede della persona: «I debiti ci sono perché abbiamo portato la sanità e gli ospedali là dove ce n’era bisogno. Non c’è stata una mala gestione, semmai un’ottica non imprenditoriale».
Numerosi i telegrammi di cordoglio recapitati negli uffici di Don Verzè e alla famiglia di Mario Cal. E anche il nuovo cda targato Santa Sede dedica uno dei suoi primi comunicati alla tragedia: «Accogliamo la notizia con cordoglio e sgomento. È stato un gesto grave e imprevedibile che accresce la consapevolezza sulla delicatezza e la gravità della situazione in cui si trova la fondazione».
Poche, pochissime le reazioni ufficiali. I media vaticani, Radio vaticana e l’Osservatore Romano, hanno sorvolato sulla notizia del suicidio e anche le reazioni politiche sono state piuttosto stringate. Tra gli interventi c’è tuttavia quello del presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni: «Sono attonito e profondamente addolorato. Mi stringo alla famiglia manifestandole solidarietà e vicinanza per il terribile dolore che deve sopportare. Elevo una preghiera al Signore perché manifesti la sua misericordia». Per il resto, tra i commenti dei politici sembra non esserci spazio per due parole sul suicidio di Cal. Un commento no, ma qualche polemica sul San Raffaele sì. A sfoderarla è Francesco Rutelli (Alleanza per l’Italia) che tralascia condoglianze e convenevoli e va dritto al suo punto. «Possibile che nessuno abbia controllato i bilanci del San Raffaele? Formigoni si dia una svegliata».

Non tarda ad arrivare la risposta del governatore lombardo: «Rutelli torni a dormire e la smetta di dire simili castronesrie. L’ospedale è privato e la Regione non può e non deve effettuare alcun controllo sui bilanci interni di un’azienda privata».

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