Adesso basta con le liste, i ricorsi, le carte bollate. La sentenza del Tar è una specie di annullamento: come se l’esclusione del listino Formigoni e delle liste di Pdl e Lega non fosse mai avvenuta. Il candidato presidente cerca di voltar pagina: «Ora il mio invito a tutti è a parlare di contenuti, di proposte, entrando sempre più in un filo diretto con i cittadini. È ciò a cui io mi dedicherò giorno e notte». La promessa è pubblica e si accompagna ad appuntamenti sull’economia e sulla qualità dell’aria.
Prima di abbandonare il caso, però, Formigoni tiene a sottolineare che la situazione della Lombardia è diversa da quella del Lazio, dove la lista del Pdl rimane esclusa nonostante il decreto varato dal Consiglio dei ministri: «Qui in Lombardia la mia lista non è mai stata esclusa se non in maniera scorretta. Un po’ diverso è il caso del Lazio».
I toni trionfalistici sono affidati al sito internet: «Il Tar ci ha dato straragione». Una spiegazione dettagliata per coloro che hanno seguito la complicata vicenda puntata per puntata e adesso si meritano anche qualche delucidazione tecnica, fino alla conclusione: «I ricorsi sono stati ritenuti fondati e accoglibili». Capitolo chiuso.
Gli elettori, comunque sia finita, sono stanchi di giorni e giorni di polemiche. «Conviene a tutti i politici - sostiene il presidente della Regione - tornare a svolgere il proprio ruolo, altrimenti la gente si stanca. E non si stancano prima quelli di una parte o dell’altra». Anche se forse chi ha responsabilità di governo resta più nell’occhio del ciclone rispetto alle forze politiche d’opposizione: «Soprattutto noi veniamo meno alla nostra funzione fondamentale a servizio della democrazia che è quella di fare proposte e governare coerentemente».
Resta da chiarire quali ulteriori passi farà Filippo Penati. «Senza il decreto Formigoni non sarebbe candidato. Ne sono convinti i miei legali sulla base della sentenza del Tar» sostiene il candidato del Pd. Il presidente della Regione non si sente di escludere un ricorso del Pd: «Non abbiamo nessun problema, noto soltanto da diversi giorni che Penati aveva detto che non l’avrebbe fatto, se lo fa sono scelte sue».
Penati insiste nel dire di non avere ancora deciso: «Se il governo ritira il decreto io mi impegno a non presentare alcun ricorso». E va ancora all’attacco, cercando di fare presa sugli elettori leghisti: «È stata tirata non una sberla ma un cazzotto al federalismo perché interviene in una materia di competenza regionale. Questo decreto sacrifica la Lombardia per risolvere una questione romana».
Il Tribunale di Milano, intanto, ha accettato il ricorso della Destra e i candidati della lista potranno partecipare alle regionali.
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