nostro inviato
a Nuova Delhi
Il marmo bianchissimo del Taj Mahal è custodito in una teca di aria pulita, molecole fuori dalla storia lo separano dall'inquinamento del mondo. Per arrivare al tempio dell'amore regalato dall'imperatore Mogul alla moglie morta, bisogna scendere dal pullman, dall'auto, da qualsiasi altro mezzo sporco e saltare su un autobus elettrico. Nei giardini e tra le fontane sono bandite le sigarette, i telefonini, le batterie, tutto quel che potrebbe distruggere il candore del monumento che svetta grandioso dal Seicento. Anche qui, o forse ancor di più qui, nell'India che emerge velocissima tra le superpotenze del pianeta, l'allarme ambientale è alto, turba gioie e ottimismi di un Pil in crescita dell'8 per cento ogni anno. È uno dei temi centrali nei colloqui tra Roberto Formigoni e i ministri dell'Industria e della Ricerca scientifica del governo indiano, in corso da ieri a Nuova Delhi mentre in città è una gara di clacson nel traffico impazzito e sotto il sole primaverile danza una nebbiolina appiccicosa e densa. La Lombardia offre al governo indiano la tecnologia per uno sviluppo sostenibile, le trattative sono in corso e, giura il presidente della Regione, sul rapporto tra energia e ambiente la filosofia è simile: ripulire le fonti senza frenare lo sviluppo.
La mente vola, non potrebbe non volare a Milano, dove il dissidio è attuale anche se si coniuga su direttrici diverse, le vie su cui corrono i pendolari che ogni giorno entrano e escono dalla città. Formigoni annuncia grandi investimenti sugli autobus per l'hinterland e sulle Ferrovie Nord: «Un miliardo e trecento milioni di euro in tre anni per potenziare treni e carrozze. Già entro il 2008 ci impegniamo a rendere disponibili ventimila nuovi posti a sedere, con 8 milioni di chilometri percorsi in più». Insomma, l'obiettivo è convincere con le buone i cittadini a lasciare a casa la macchina. Anche il Comune stanzierà fondi consistenti, ma per potenziare al meglio il servizio è necessario l'intervento del governo. «Chiederemo aiuti al tavolo Milano, ma questo non vuol dire che non partiremo subito con i nostri investimenti» spiega il governatore.
Hanno discusso venerdì scorso lui e il sindaco, Letizia Moratti, e sulla necessità di potenziare i mezzi pubblici sono d'accordo. Sul ticket d'ingresso, si sa, la pensano in modo differente, anche quando si ricorre alla espressione più politically correct di pollution charge che il Comune vuole sperimentare entro la fine dell'anno. Formigoni farebbe volentieri a meno di una nuova tassa, ma non scavalca recinti altrui. «Il Comune si riserva di presentare sue proposte, è nelle sue competenze e nelle sue responsabilità. La nostra logica è dare una scossa forte alla disponibilità di mezzi, potenziando al massimo i servizi pubblici. È questo l'incentivo migliore» taglia corto il governatore.
Il presidente fa l'elenco di ciò che intende migliorare, gli obiettivi sono consistenti ma realistici, soprattutto se lo Stato interverrà: «La Regione è in grado di mobilitare circa 1.300 milioni di euro tra il 2007 e il 2009. Il Comune farà la sua parte. Ma se vogliamo realizzare quel che serve, è necessario il doppio. Per questo ne parleremo con il governo». Tra tre anni gli studi tecnici di Palazzo Marino e del Pirellone mettono in preventivo un potenziamento del servizio urbano nelle ore di punta del 25-30 per cento, con una media del 50 per cento in più nelle aree urbane, oltre a ventimila posti in più sulle autolinee che collegano Milano all'hinterland. Ma soprattutto è in progetto il grande rilancio delle Ferrovie Nord, con 180 nuovi treni in arrivo a capienza maggiore degli attuali 300 circolanti. Ottantaquattro treni erano già previsti, se ne aggiungeranno altri 96. E anche se molti degli esistenti saranno sostituiti, alla fine il saldo dei vagoni e dei posti disponibili sarà più che attivo, a partire dai ventimila posti a sedere in più nel 2008.
La Lombardia ha offerto anche al governo indiano la collaborazione sul terreno delle infrastrutture e delle tecnologie ecocompatibili. E nell'hotel di New Delhi in cui sono avvenuti i primi colloqui, Formigoni si è preso una soddisfazione sui rimbrotti del ministro Emma Bonino, che aveva accusato le Regioni di fare missioni istituzionali per proprio conto. «L'Ontario non va certo a trattare i suoi interessi per conto suo» aveva sentenziato la responsabile del Commercio estero.
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