Cronaca locale

Formigoni difende il grattacielo: «Così risparmiamo sugli affitti»

Il grattacielo che non piace a Giulio Tremonti si chiama Palazzo Lombardia, svetta tra le case basse dell’Isola e all’inaugurazione del gennaio scorso Roberto Formigoni lo mostrava agli ospiti con l’orgoglio di chi sfoggia un gioiello di famiglia. «È da cinquecento anni che a Milano non si costruiva un edificio pubblico nuovo» ha ricordato più volte il presidente della Regione. L’ultimo, per dare un’idea del confronto, è il Castello Sforzesco.
Palazzo Lombardia è mastodontico. Costruito in tre anni, trentanove piani, centosessantuno metri, è l’edificio civile più alto d’Italia. Lo supera solamente la Mole Antonelliana di Torino, che però appartiene alla categoria monumenti e quindi è fuori gara. Per battezzarlo, la Regione ha lanciato un concorso su internet invitando i cittadini a dare un nome al nuovo Pirellone e tra Ca’ Longa, Altra Sede, Torre di Cristallo, alla fine (e ci è voluto anche un ballottaggio) ha vinto il più rassicurante Palazzo Lombardia.
Il conto è di 400 milioni di euro, che nei piani della Regione dovrebbero essere ammortizzati nei prossimi sedici anni grazie ai risparmi sugli affitti di altre sedi: col nuovo palazzo di proprietà, la Regione dovrebbe spendere 25 milioni di euro in meno ogni anno.
Ma tutto ciò non è bastato a tranquillizzare il ministro dell’Economia. «Ci sono regioni che si sono fatte dei grattacieli, ora bisogna risparmiare, non vediamo alternative» ha detto Giulio Tremonti alla fine di un movimentato incontro con i presidenti delle Regioni, colpiti dall’entità dei tagli in arrivo con la manovra. Un’allusione che tutti hanno subito abbinato al nuovo palazzo milanese. Non è stata l’unica stoccata, perché il ministro ha messo sotto accusa «delegazioni all’estero e missioni di vario tipo» e la Lombardia, come è noto, ha un’ampia attività di relazioni internazionali.
Formigoni critica la finanziaria, difende il nuovo palazzo e anzi attacca: «Tremonti non conosce le cose e non sa che il grattacielo che abbiamo costruito ci costa di meno ed è un guadagno perché ci permette di risparmiare rispetto a quello che sono gli affitti». Ma il commento più sapido riguarda il paragone con un’altra opera pubblica che riguarda la Sicilia: «Credo che il grattacielo che abbiamo costruito costi un millesimo del Ponte sullo Stretto, tanto per fare un esempio».
Formigoni è convinto che la manovra voluta da Tremonti metterà in ginocchio le Regioni: «Faccio un invito ai federalisti perché facciano presente che il federalismo deve essere salvato. Così com’è, la finanziaria spazza via il federalismo fiscale». Il motivo è che sarebbero tagliati i finanziamenti proprio nei settori in cui avrebbe dovuto partire il decentramento: «Basta un pallottoliere: il taglio grava per il cinquanta per cento sulle Regioni, mentre dà solo una pettinata ai ministeri. E i tagli incidono sulla carne viva».
Si parla di 1,4 miliardi in meno nei prossimi due anni a cui si aggiungono ulteriori riduzioni di spesa per rispettare i parametri del patto di stabilità.

Nell’elenco dei danni «trasporto pubblico locale, imprese, scuola e misure ambientali».

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