Formigoni a Roma Da sinistra spunta l’ipotesi-Pezzotta

«La mia candidatura non è decisa, è probabile» dice Roberto Formigoni davanti alle telecamere di Porta a Porta. Un modo per riconoscere che l’ultima parola è di Silvio Berlusconi. Ma il governatore punta a Roma, a un ruolo in Parlamento o a un ministero come i Servizi alla Persona, la fusione di Sanità e Welfare che si prepara con la riduzione dei ministeri a dodici. Il secondo scenario (dice spesso Formigoni che «in politica bisogna sempre avere un’alternativa») prevede l’Ue, dove si libererà il posto di commissario occupato da Franco Frattini (dato come ministro certo).
Le primarie per i candidati sono escluse, sia tra gli azzurri che nel Pd. I tempi sono troppo stretti, perché le liste devono essere chiuse entro il 10 marzo, e rimane spazio solo per qualche consultazione popolare più di forma che di sostanza. Insieme a Formigoni, sarà candidato Gian Carlo Abelli, potente assessore regionale. Certa Michela Vittoria Brambilla, che però potrebbe anche correre in Veneto. Quasi certa Tiziana Maiolo. In lizza gli assessori regionali azzurri Massimo Buscemi, Marco Pagnoncelli, Franco Nicoli Cristiani, il consigliere Giancarlo Serafini, l’assessore comunale Bruno Simini e il presidente del consiglio comunale, Manfredi Palmeri. In Regione possibili le candidature di Viviana Beccalossi o Massimo Corsaro (An), Massimo Zanello o Stefano Galli (Lega), Luciano Pizzetti e Guido Galperti (Pd).
La successione al Pirellone è già aperta. Se l’erede arriverà da Forza Italia, in pole position c’è l’ex sindaco di Milano, Gabriele Albertini. Resterà probabilmente in Regione Raffaele Cattaneo, per cui è possibile una candidatura al Parlamento europeo nel 2009. Se il successore di Formigoni sarà un leghista come Roberto Castelli o Roberto Maroni (come sembra probabile, ma sarà deciso definitivamente solo in base all’accordo sui ministeri e sul governatore del Veneto), la sinistra si giocherà il tutto per tutto con un nome forte. Lo scenario che si profila all’orizzonte prevede come probabile candidato Savino Pezzotta, forte di lunghi anni da segretario alla guida della Cisl e della vicinanza al mondo cattolico (è anche componente del Pontificio consiglio della giustizia e della pace). Un nome che circola con insistenza in vista dell’asse Pd-Cosa Bianca, che prevede l’abbandono di Rifondazione comunista ma che è già osteggiato dagli unionisti. Tra i papabili del centrosinistra anche Bruno Tabacci, mentre non è esclusa l’ipotesi Pierluigi Bersani. La prova del nove sarà proprio la formazione delle liste per le politiche.
Fa parte dello scontro anche la data del voto. Formigoni vorrebbe arrivare al 2 marzo 2009, che lo tutelerebbe maggiormente, ed è forte del sostegno del centrosinistra, contrario allo scioglimento anticipato e che proprio per evitare il voto non esclude modifiche allo statuto. Ma una parte della Lega e di Forza Italia spinge per andare alle elezioni già nell’autunno 2008, così da evitare nuovi scenari che potrebbero alterare gli equilibri politici e mettere in forse candidature e posizioni al momento date per sicure.
Movimenti anche in Comune, dove il rimpasto era già previsto dopo la decisione sull’Expo. Forza Italia intende puntare sulle donne e sui giovani amministratori locali, come sindaci e assessori, oltre che su qualche innesto della società civile. E i tentativi di fuga da Palazzo Marino sono numerosi.

A parte la Maiolo e Ombretta Colli, che lascerebbero gli assessorati al Commercio e alle Periferie, nella lista degli aspiranti parlamentari ci sono il capogruppo azzurro Giulio Gallera e l’assessore Giovanni Terzi (anche se gli è stato consigliato di rimanere a Milano). Vittorio Sgarbi non nasconde di voler tornare a fare il sottosegretario alla Cultura. Spostamenti che rimescolerebbero parecchio le carte anche in Comune

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