Formigoni: "Sì alla commissione d’inchiesta"

TANGENTI AL PIRELLONE Le reazioni della politica. Il governatore in aula replica alle opposizioni dopo l’arresto di Nicoli Cristiani: «La Regione è parte lesa»

Formigoni: "Sì alla commissione d’inchiesta"

Processo nell’aula del Consiglio regionale. Ma a Roberto Formigoni, non a Franco Nicoli Cristiani come ci si aspetterebbe. Anzi, a dirla tutta, il nome del vicepresidente (in carcere per tangenti da mercoledì scorso) salta fuori sì e no in paio di volte. E non di certo perché è maleducazione parlare male degli assenti. Nel dibattito sulla questione dell’arresto e dei rifiuti illeciti, l’estrema sinistra e l’Idv ritengono più utile chiedere a gran voce la testa del presidente della Regione, sventolando cartelli con l’immagine di un pacchetto di Big Bubble (nelle intercettazioni di Nicoli utilizzate come parola chiave per indicare le mazzette) e mettendo in imbarazzo il Pd.
Ci si scalda per la richiesta delle dimissioni del governatore ma nessuno, proprio nessuno, si premura di far notare che invece Nicoli Cristiani non ha ancora rassegnato le sue di dimissioni. A nessuno importa che formalmente sia ancora vicepresidente e che continui a percepire uno stipendio netto di quasi 10mila euro al mese. Bizzarrie di un’opposizione troppo intenta a sparare sempre e solo su un unico bersaglio. L’unico a dire ad alta voce (ma fuori dall’aula) che la lettera di dimissioni di Nicoli non è ancora arrivata è il presidente del Consiglio regionale Davide Boni: «Ad oggi non ho ancora ricevuto niente». Ma il fatto che il pidiellino bresciano sia ancora in carica non scandalizza nessuno.
Dal canto suo il presidente del Pirellone annuncia che in questa storia la Regione intende costituirsi parte lesa nel momento in cui verrà aperto il processo. E dice sì a una commissione d’inchiesta. Gli preme mettere chiarezza ed evitare ritardi nei cantieri dell’autostrada Brebemi. Per il resto, ribadisce che le responsabilità penali sono personali. «Negli atti della magistratura - aggiunge - si parla anche di una contraffazione di certificati, il che colloca il presunto reato in un ambito ben definito e preciso, rispetto al quale Regione Lombardia non ha nessuna competenza nè responsabilità».Secondo Formigoni la società concedente Cal «è estranea ai fatti e, anzi, è parte lesa», così come la stessa concessionaria Brebemi «è anch’essa parte lesa» e lo sarà anche il consorzio Bdm, «qualora sia in grado di dimostrare di aver posto in essere gli adempimenti e i controlli imposti dalle disposizioni normative».«È importante che i lavori riprendano al più presto: ritengo urgente e doveroso - incalza il governatore - chiarire al più presto le responsabilità e ristabilire le necessarie condizioni di legalità e sicurezza, per potere riaprire al più presto i cantieri di un’opera strategica per l’economica del nostro territorio, che non merita di essere minimamente rallentata per l’azione spregiudicata di qualche operatore disonesto».

Formigoni ribadisce anche che la procedura legata alla richiesta di trasformare La Cava Retorto nel comune cremasco di Cappella Cantone in un sito di discarica controllata per lo smaltimento del cemento-amianto è stata «ineccepibile».

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