Formigoni si batte contro i Pm: "La corruzione non c’è, io resto"

Avviso di garanzia al governatore della Regione Lombardia va che al contrattacco: "Le accuse dei pm sono false, non ho nulla da temere". E pensa già al 2013

Milano - «Io quelle carte le ho lette bene. E arrivato in fondo le ho rilet­te. Tutto qua? Io sono indagato per corruzione, ma dov’è l’atto corruttivo? Qui la corruzione la ghe minga ».Non c’è.Il volo di ritor­no da Roma dove era convocato per un’audizione al Senato è servi­to al governatore Roberto Formi­goni per organizzare la sua difesa dopo l’avviso di garanzia e l’invito a comparire notificatogli alle 13,25 dalla procura di Milano nel­l’ambito dell’inchiesta sulla fon­dazione Maugeri. «Non ho assolu­tamente nulla da temere », ha assi­curato Formigoni davanti al ploto­ne di giornalisti e telecamere che lo aspettavano all’undicesimo pia­no di Palazzo Lombardia. «Ero già stato io - racconta - ad offrirmi ai magistrati. Sono stati loro a non vo­lermi sentire. Ave­vano detto che non era necessa­rio ». Ora parla di «soliti episodi già dimostrati falsi», perché «non è rea­to essere ospite di una cena organiz­zata per le sue rela­zioni personali da Daccò al Meeting di Rimini e a cui partecipano cin­quanta persone o essere ospite su una barca». Per­ché, e lo ripete più volte, «l’unico eventuale reato è la corruzione e qui di corruzione non ce n’è». Anche se di Pierangelo Dac­cò le carte dell’in­chiesta sembrano dire fosse un fac­cendiere specializ­zato nello sbloccare i fondi regio­nali destinati alla sanità. E qui For­migoni si difende con i numeri. «Ai magistrati posso dimostrare che nemmeno un euro di denaro pubblico è andato buttato, perché le risorse date agli enti pubblici in Lombardia raggiungono l’85 per cento. E dunque solo il 15 per cen­to finisce ai privat­i che invece rap­presentano il 30 per cento della sa­nità lombarda». E ricorda come «sarà molto facile chiarire che le delibere riguardanti le “funzioni tariffabili” (quelle su cui ci potreb­bero essere state le irregolarità al­la Maugeri, ndr ), interessano l’in­tero sistema sanitario lombardo, cioè una miriade di strutture sani­ta­rie che sono state trattate tutte al­lo stesso modo. E che se avessero riscontrato squilibri, li avrebbero sicuramente denunciati». Una di­fesa che sembra già ben organizza­ta. E, infatti, Formigoni annuncia la sua disponibilità ad andare a Pa­lazzo di giustizia. Anche se proba­bilmente non già sabato, così co­me richiesto in un primo momen­to dai pubblici ministeri.
Sul piano politico è da notare l’immediato appoggio della Lega. Lontani gli attacchi di gennaio di un Umberto Bossi in campagna elettorale, ieri in suo appoggio so­no arrivate le parole di Andrea Gi­belli. «Sono tutti fatti già noti - ha spiegato il vicepresidente leghi­sta della Regione - La posizione della Lega non cambia, qui dob­bi­amo continuare a governare nel­l’interesse dei lombardi». Con la giunta di ieri che ha stanziato altri 100 milioni di euro per i terremota­ti.
E da notare c’è che la solidarietà dell’alleato e il nuovo attacco dei magistrati hanno spinto Formigo­ni a fare un passo in più. Annun­ciando un rilancio che da molto tempo non gli si sentiva fare. «Io non mi dimetto. Il mio mandato va fino al 2015, ma in un momento così drammatico per il Paese e di rinnovamento per la politica, il 2013 sarà un passaggio fondamen­tale ». Finalmente l’annuncio di una candidatura romana? «Valu­terò con il mio partito ». Questa vol­ta molto più che un desiderio.

E la certezza di sapere già come andrà a finire quest’ennesima vicenda in cui s’abbracciano giustizia e po­litica. «Se,e dico se,i magistrati riu­sciranno a formulare con fatica un atto di rinvio a giudizio, andre­mo fino in fondo. Per ora contro di loro sono undici a zero. Vorrà dire che arriverò a dodici».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica