Formigoni velocista del voto: «La democrazia è partecipare»

Il più veloce è stato Roberto Formigoni. Da maratoneta qual è, ha messo lo sprint arrivando alle urne in via Veglia già alle 15.30, poco dopo l’apertura dei seggi e primo tra i «big». Vestito sportivo - jeans, giubbino grigio e occhiali da sole - è entrato nella cabina 2 e dopo pochi minuti ha inserito le schede elettorali nelle urne. «Bisogna dare sempre il buon esempio - ha ammesso il governatore - cerco sempre di votare nelle primissime ore. La partecipazione è fondamentale, il consenso popolare è la forza della democrazia, quando cala l’affluenza è sempre un segno di debolezza». Ammette che negli ultimi tempi la partecipazione alle urne «si è un po’ indebolita, il nostro Paese è comunque tra quelli in cui l’adesione al voto è tra le più elevate». Sui risultati di provinciali ed europee non tradisce incertezze: «Sono molto ottimista - ammette Formigoni -. Personalmente ho fatto una campagna elettorale molto intensa, incontrando tanta gente, sviluppando le nostre ragioni, dialogando, parlando, ascoltando». La prossima tornata elettorale sarà quella delle regionali nel 2010, e alla domanda se la vivrà ancora da protagonista, ricandidato per la terza volta al Pirellone, risponde con un sorriso: «Credo proprio di sì».
È passato al seggio elettorale, nella scuola elementare di Gemonio, in provincia di Varese, ma solo per un saluto. Voterà questa mattina il leader della Lega Umberto Bossi. Atteso invece fino al tardo pomeriggio alla scuola Dante Alighieri di via Scrosati, nel quartiere dove abitava la mamma Rosa, anche il premier Silvio Berlusconi ha fatto sapere che voterà stamattina. Doveva rientrare dal Veneto, dove si trovava per il matrimonio del presidente regionale Giancarlo Galan, ma le condizioni meteorologiche hanno reso difficile l’arrivo in elicottero da Milano. E sempre oggi andrà alle urne il sindaco Letizia Moratti, che nei giorni scorsi si è infortunata ad un piede per cui potrebbe scegliere di recarsi in un seggio senza scale, invece alla solita elementare di via della Spiga.
Gli sfidanti alla Provincia di Pdl e Pd hanno già votato ieri, a distanza di mezz’ora l’uno dall’altro. Guido Podestà è arrivato intorno alle 16 nel seggio allestito alla scuola elementare di Milano 3, accompagnato dalla figlia Arianna, dal fratello Alberto e dalla cognata Alessandra. Il presidente uscente Filippo Penati, appoggiato dal centrosinistra, si è recato invece alle urne a Sesto San Giovanni poco dopo le 15.30 con la moglie Rita e i figli Simone e Ilaria. Giacca e cravatta il candidato del Pdl, pantaloni e polo sotto la giacca quello del Pd. «Ho fatto le mie congratulazioni al prefetto, che è riuscito a superare tantissime difficoltà anche nelle ultime ore», ha riferito Penati, a proposito delle schede ristampate nella notte per sostituire il simbolo della Dc bocciato all’ultimo dal Consiglio di Stato. Questa campagna elettorale, ha sostenuto invece Guido Podestà, «si è ripresa un po’ di tono verso la fine, quando si è entrati nel merito delle questioni.

Anche l’intervento di Silvio Berlusconi ha contribuito con grande forza per ripartire, per riportare l’attenzione sui problemi veri. La sinistra invece non ha avuto la capacità di entrare nel confronto delle idee, delle proposte, e questo è un loro limite».

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