Forse Marangoni ucciso per rapina

Una rapina, o un tentato sequestro finito in tragedia. La polizia venezuelana segue diverse piste nelle indagini sull’omicidio di Guglielmo Marangoni, l’ingegnere 70enne di Vetralla ucciso e gettato in una cisterna mercoledì nella sua villa di Punto Fijo, dove da tempo si era trasferito. Ieri una delle figlie del professionista ha raggiunto la madre nella località turistica a ovest di Caracas dove è avvenuto il delitto. La donna, probabilmente, incaricherà un avvocato del posto di seguire le indagini per conto della famiglia. Marangoni era ancora legatissimo a Vetralla: appena due mesi fa era tornato nel suo paese natale per stare vicino al fratello, vittima di un grave incidente stradale, fermandosi per una decina di giorni. E almeno due volte l’anno passava un po’ di giorni nel centro del Viterbese tornandoci con la moglie, incontrando i vecchi amici e tenendo stretti contatti con le figlie, rimaste in Italia, una a Roma e l’altra ad Assisi.
Come si diceva, la polizia venezuelana sta cercando di chiarire il contesto in cui è maturato l’omicidio. L’addetto del consolato italiano a Punto Fijo, Mario Migliorini, ha infatti spiegato che sia per l’ipotesi della rapina che per quella del sequestro mancano le prove: nella villa dell’ingegnere, infatti, non è stato rubato nulla e nessun elemento sembra confermare un tentato rapimento.

Di certo c’è solo il racconto della moglie, che ha detto di aver visto tre uomini avvicinare il marito dicendo di essere giardinieri, di aver visto i quattro uscire dal giardino e di non aver mai più visto il marito fino al ritrovamento.

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