MilanoIl giocatore inesperto che non vuol perdere alla roulette ha una sola possibilità: puntare la stessa cifra sul rosso e sul nero. A meno che la pallina non si fermi sullo «0», manterrà invariato il capitale. È quanto stanno facendo i sondaggisti alla vigilia delle Regionali.
Scottati dallesperienza negativa delle Europee 2009 dove la forte astensione nel Sud svalutò in un istante tabelle e previsioni elaborate a tavolino, questanno i più noti esperti di statistica sono attendisti. Gli elettori diserteranno le urne? Gli scandali peseranno? «Forse sì, forse no, si vedrà...». E via con un campionario di ovvietà che fa parte del bagaglio degli analisti di calcio prima dei big match. In pratica, nessuno si espone.
Renato Mannheimer, presidente dellIspo e notissimo sondaggista, ieri ha provato a sbilanciarsi. «Cè un elemento di sfiducia nei confronti del Pdl, è quanto viene fuori dagli ultimi sondaggi», ha detto ieri al Forum di Confagricoltura a Taormina. «Cè una disillusione in generale della gente nei confronti della politica che potrebbe portare a unastensione dal voto ma non ci sarà un caso Francia in Italia», ha aggiunto riferendosi alla pesante penalizzazione dellUmp di Sarkozy determinata dai «disertori». Poi Mannheimer ha precisato che «di solito gli astensionisti annunciati vanno a votare, però è difficile fare delle previsioni». Insomma, cè disillusione, ma la gente potrebbe andare ugualmente al seggio.
Eppure è lo stesso Renato Mannheimer che agli inizi di marzo, pochi giorni dopo lo scoppio del caos-liste, affermava di non prevedere «rischi di perdita di consensi per il Pdl perché gli elettori hanno percepito chiaramente ed è arduo immaginare uno spostamento di consensi per il centrodestra». Magari in tre settimane è cambiato qualcosa, non si può escludere: tutto è relativo, diceva Einstein. Ma, in ogni caso, la previsione del professor Mannheimer sarà azzeccata. E comunque non bisogna dimenticare che fu il primo a sottolineare che se Berlusconi avesse «riconquistato il suo pubblico» convincendolo della tenuta del governo, il quadro sarebbe cambiato. E limpegno del Cavaliere in campagna elettorale testimonia come il premier stia parlando alla sua gente.
Ma quando si parla di sondaggi bisogna tener conto dei metodi utilizzati. Ad esempio, per Nicola Piepoli «la gente andrà a votare e non ci sarà nessun crollo della partecipazione: laffluenza sarà tra il 68 e il 72 per cento».
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