Fortis in trincea, salta la vendita a Bnp Paribas
12 Febbraio 2009 - 09:53I piccoli soci dell’ex colosso belga vogliono difendere gli interessi nazionali e bocciano il piano francese
Parigi «Fortis si spezza, ma non si piega». Questo il senso della decisione, che ha provocato sorpresa a Parigi, in base a cui gli azionisti del gruppo bancario-assicurativo belga Fortis hanno deciso di rifiutare il piano di salvataggio, che prevedeva lo smembramento degli attivi e il passaggio della maggioranza di questi ultimi nelle mani del gigante bancario francese Bnp-Paribas. I piccoli azionisti di Fortis, che hanno complessivamente in portafoglio il 23% del capitale, sono irritatissimi dal deprezzamento del titolo in Borsa e chiedono un piano che preservi gli interessi belgi in quello che è tradizionalmente un simbolo finanziario del Benelux.
Il vecchio piano di salvataggio di Fortis è stato elaborato lo scorso ottobre dal governo di Bruxelles e da Bnp-Paribas ed era visto di buon occhio anche dal governo francese. Ma in dicembre la giustizia belga ha deciso che nessun progetto del genere avrebbe potuto materializzarsi senza l’assenso preventivo dell’insieme degli azionisti di Fortis. Si è così giunti al voto di ieri, che ha visto prevalere l’opposizione al piano di smembramento-salvataggio-vendita all’estero. Gli azionisti hanno anche rifiutato il progetto di vendita del ramo olandese della banca Fortis al governo dei Paesi Bassi, che sembra però intenzionato ad andare comunque avanti con tale operazione.
Adesso i rischi aumentano. «Il governo belga non può più cedere la banca a Bnp-Paribas», ha detto ieri pomeriggio Jan-Michiels Hessels, vicepresidente di Fortis. Il ministro belga delle Finanze, Didier Reynders, aveva avvertito nei giorni scorsi i piccoli azionisti che la linea del rifiuto e della fermezza avrebbe condotto la banca sull’orlo del baratro.
In Belgio l’«Affare Fortis» sta assumendo un rilievo politico, oltre che economico e finanziario, di prima grandezza. In dicembre il primo ministro Yves Leterme ha dovuto rassegnare le dimissioni a seguito dei sospetti di pressioni indebite da lui esercitate sulla magistratura per assumere su questa vicenda una posizione accondiscendente, che non mettesse - come invece è accaduto - i bastoni tra le ruote ai progetti governativi.