Forza Italia chiede le dimissioni di Walter Veltroni da sindaco di Roma. E propone come commissario, in attesa di nuove elezioni, il prefetto di Roma Carlo Mosca: «Persona equilibrata e concreta, che conosce bene la realtà della capitale e che sa affrontare i problemi con grande realismo», afferma il coordinatore regionale di Fi, Francesco Giro.
Gli azzurri hanno convocato durgenza ieri mattina una conferenza stampa alla Sala Stampa della Camera, perché come spiega il vice-coordinatore nazionale Fabrizio Cicchitto, «siamo stanchi delle troppe bugie di Prodi e Veltroni sulla tragedia di Tor di Quinto». Tanto per cominciare, precisa Cicchitto, «non è vero, come sostengono loro, che è il governo Berlusconi che ha provocato larrivo da oltre frontiera di tanti delinquenti. È vero il contrario. Tutto è nato con Prodi, che non ha posto argine allinvasione dalla Romania. Da allora la criminalità romena ha spopolato nella capitale, con rapine, stupri e aggressioni».
Ora Veltroni in extremis ha preteso dal governo il decreto legge al posto del ddl sulle espulsioni, «per evitare di finire sotto accusa da parte dei cittadini di Roma» afferma Cicchitto: «Ma se il decreto non è accompagnato da capitoli di spesa a favore delle forze dellordine, è del tutto inutile. Basti pensare che la caserma dei carabinieri di Tor di Quinto è sotto sfratto - rimarca lazzurro - e sta letteralmente per chiudere».
Sui tagli alle forze dellordine a Roma Francesco Giro snocciola dati impressionanti: «Le linee telefoniche del 113, tranne 5, sono tutte inattive. Le volanti hanno la benzina razionata, ogni auto dispone di soli 20 euro al giorno». Il delitto di Tor di Quinto, poi, era largamente prevedibile. Il Lazio, lo ha denunciato pochi giorni fa Silvio Berlusconi, «registra il 38 per cento dei casi di violenza sulle donne - stupri, aggressioni - denunciati in Italia». Per i campi rom in questi anni il Comune di Roma ha speso fior di milioni. «Ma noi - denuncia Giro - siamo stati ieri proprio allinsediamento di Tor di Quinto, dove viveva il romeno arrestato, e abbiamo appreso dai nomadi che il campo era stato affidato da Veltroni allArci, senza che nessuno di loro ci abbia mai messo piede». Un episodio inquietante, su cui, assicura, faremo luce.
In una città normale, chiediamo a Giro, lassessore alla Sicurezza, Touadi, che da un anno dipinge Roma come la città più sicura al mondo, dopo delitti così, non dovrebbe dimettersi? «Al Comune cè una situazione kafkiana, con tre persone a rimpallarsi le responsabilità sulla sicurezza: Touadi, il vicecapo di gabinetto Luca Odevaine, e il delegato Pollak. In tre per non fare nulla. Touadi è lo stesso che quando presentai il video su Trastevere osservò sprezzante Giro lo conosciamo.
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