Cronaca locale

Forza Italia «scricchiola» sulla vendita Sea

Più che maretta è mare grosso. L’arrivo in aula lunedì della delibera per vendere il 34 per cento della Sea, la società che gestisce Linate e Malpensa, fa scricchiolare Forza Italia. Quasi un paradosso. Date per scontate le barricate del centrosinistra, convinta la Lega rientrata in giunta accettando integralmente il progetto di cessione sponsorizzato dal sindaco Gabriele Albertini, incassato il sì di An (Stefano Di Martino: «L’accordo è già stato fatto da Lupi, Casero e La Russa. Non si discute»), a fare i capricci sono proprio i consiglieri azzurri. A cui nelle ultime ore si sono aggiunti il vicepresidente del consiglio ed ex forzista Riccardo Albertini e il sindacalista della Cisl Dario Balotta. Ovviamente più che soddisfatto Emanuele Fiano. «Stanno aumentando - le parole del capogruppo diessino - i colleghi della maggioranza che fanno alla giunta le stesse domande che facciamo noi». Ieri l’ennesima seduta della commissione Bilancio e privatizzazioni. Alla fine brusca chiusura della discussione con votazione e record dei mugugni tra i banchi di Fi. «Sulle questioni di fondo - il commento del presidente azzurro Carlo Masseroli - alle domande sono state date risposte più o meno esaurienti. Andare avanti a discutere in commissione non serviva più a molto. Chiaro che ora la delibera deve andare in consiglio e lì si passerà alle questioni di carattere politico».
Ancora molte le perplessità. In cima alla hit parade il prezzo base d’asta (600 milioni di euro) da qualcuno non considerato congruo. Poi la presenza di patti parasociali per invogliare gli acquirenti all’acquisto, la mancanza di un piano industriale e la collocazione in Borsa invece della vendita. Dubbi che saranno affrontati lunedì nell’incontro dei consiglieri con i commissari di Fi Maurizio Lupi e Luigi Casero. «Bene incontrarsi. Il sindaco? Se ci sarà bene - assicura Masseroli -, ma non credo sia una condizione indispensabile».
Di tutt’altro parere Riccardo Albertini che chiede ufficialmente al primo cittadino di ricevere una delegazione del Nuovo Psi, capeggiata dal segretario provinciale Nuccio Abbondanza per «esprimere anche l’opinione del partito in merito alla vendita». «Desidero unitamente al mio partito - aggiunge l’esponente socialista - far conoscere al sindaco anche il mio disappunto per non essere ancora stati convocati. Tuttavia c’è ancora tempo per rimediare e chiarirci le idee così da creare motivazione e condizioni per ricompattare in aula la maggioranza. Stia attento Albertini, il malessere è molto più diffuso di quello che si lascia trapelare. Discutiamone, la Sea non deve diventare una guerra di religione».
Dubbi sulla base d’asta ha anche Dario Balotta. «Se il prezzo di vendita della Sea non corrisponderà ad almeno 778 milioni di euro - minaccia il segretario lombardo della Fit-Cisl - chiederemo una valutazione sulla cessione alla Corte dei Conti. La delibera espone i consiglieri a rispondere di un’eventuale danno erariale arrecato all’amministrazione». Secca la replica di Masseroli. «Da un po’ di tempo mi sembra di essere a “Ok il prezzo è giusto”, ognuno spara la sua cifra.

C’è una garanzia scritta dell’advisor Paribas convinto che 600 milioni sono una cifra congrua».

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