da Roma
Le parole di Fini importanti come la svolta di Fiuggi. Probabilmente esagera il segretario dei Radicali, Daniele Capezzone. Ma almeno è provato che luscita del presidente di An metta a soqquadro la Casa, definendo chiaramente due modalità di condominio. Cui non si sottrae il leader udicino Marco Follini, nel dichiararsi «interessato quanto Fini alla laicità dello Stato e alla civiltà del confronto fra opinioni diverse». Da parte di Follini, però, se cè «rispetto per Fini» non arriva alcun applauso: «Non credo che nessuno di questi fondamentali valori sia messo in forse da quanti, come noi, non andranno a votare...».
Astensionisti allattacco, dunque. Il ministro Enrico La Loggia (Forza Italia) è tra i primi ad esprimere il disaccordo con Fini. «Credo che sia importante far riflettere le persone, non solo i cattolici, sulla necessità di rispettare lessere umano... E per far questo lo strumento dellastensione è essenziale». La Loggia vorrebbe anche che si abbassassero i toni e che le due posizioni non fossero poste sullo stesso piano: «Guai a tacciare il Papa e la Chiesa di fare propaganda. Mi pare una gravissima mancanza di rispetto...». Integralismi a parte, il vicecoordinatore azzurro Fabrizio Cicchitto cerca una mediazione, dichiarando i suoi tre «sì» e il suo «no» alla fecondazione eterologa. Però anche Cicchitto rileva «leccessiva ideologizzazione della campagna referendaria» e non condivide né «la contestazione del diritto della Chiesa a esprimersi», né la «demonizzazione dellastensione». Per Cicchitto si tratta di una battaglia di libertà e sarebbe «inutile» caricarla di elementi «o giustizialisti o illiberali: la campagna referendaria non è una crociata», dice a Radio radicale. Eppure non ha tutti i torti, il radicale Capezzone, a notare un ribaltamento di scena totalmente sbalorditivo tra i candidati a sindaco di Roma del 93, quando Rutelli si conquistò lappoggio radicale «proprio in nome delle grandi battaglie referendarie sui diritti civili». Oggi le parti si sono rovesciate e se Rutelli è il capofila del fronte del «no», Fini con questatto «coraggioso» pone le condizioni per «una grande occasione: la nascita di una possibile destra alla Aznar, liberale, aperta, moderna».
Ma di ribaltoni e cambi di veduti è pieno il mondo, non soltanto nella Cdl e non soltanto nei partiti. Il senatore repubblicano Antonio Del Pennino, per esempio, è rimasto attonito di fronte al comportamento del presidente Pera, alfiere dellastensionismo.
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