Forza Nuova denuncia la «matrice politica» delle accuse e delle perquisizioni subite allalba di mercoledì da dieci dei suoi militanti, tra cui il candidato sindaco di Milano Marco Mantovani, 51 anni. Ed in particolare è proprio lui, Mantovani che, anche tramite lavvocato Mauro A. Pirovano, respinge tutti i reati contestatigli dalla polizia che ha denunciato - dandone notizia durante una conferenza stampa tenutasi in questura proprio mercoledì mattina - lui e i suoi, a vario titolo, di violenza privata aggravata, lesioni, possesso di oggetti atti a offendere e danneggiamento in seguito a sei episodi accaduti ad aprile in città. Il candidato sindaco nega anche che a casa sua siano state ritrovati alcuni di quei manganelli, mazze, tirapugni e coltelli che invece la Digos sostiene di aver rinvenuto anche nel suo appartamento e che, comunque, sono stati fotografati.
Così ieri, con un comunicato e una conferenza stampa, i militanti hanno voluto chiarire i fatti accaduti tra l1 e il 29 aprile scorso. E che partono da una «presunta aggressione e pestaggio», il primo aprile scorso, nei confronti di ragazzi di Casa Pound. «Noi non solo rigettiamo laccusa ma denunciamo che non esistono né le vittime né la denuncia circa questo fantomatico atto - dicono i militanti -. Respingiamo anche laccusa di aver danneggiato i gazebo del candidato sindaco Pisapia: poiché siamo regolarmente presenti alle elezioni noi avremmo voluto confrontarci democraticamente in un dibattito pubblico con il candidato del centrosinistra così come con quello del centrodestra. Attaccare ai gazebo non rientra nella strategia di comunicazione politica di Forza Nuova che è alternativa alluno e allaltra».
«Per quanto riguarda le altre contestazioni - continuano i ragazzi di Forza Nuova - abbiamo effettuato lintervento estemporaneo al presidio della Lega nord davanti al consolato tunisino per denunciare le incongruenze della politica del partito di Umberto Bossi. Come tutti sanno, abbiamo effettuato lirruzione e loccupazione presso la sede Aler con alcune famiglie sfrattate per denunciare lindifferenza delle politiche della casa del Comune di Milano nei confronti delle case popolari, delle periferie e di chi vi abita. Abbiamo fatto una breve irruzione al centro Pime per contestare limmoralità dei due principali candidati che, avendo a disposizione budget milionari, si possono permettere di parlare con chi e quando vogliono (...).
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