da Roma
La crescita economica più bassa dellarea euro nel 2008 e una gestione poco rigorosa dei conti pubblici. La fotografia dellItalia scatta dalla Commissione Ue nelle previsioni dautunno non è incoraggiante.
Secondo i tecnici di Bruxelles, lincremento annuale del pil lanno prossimo si fermerà all1,4% (inferiore all1,5% previsto dal governo e all1,7% stimato dalla Commissione ad aprile) per riprendersi leggermente all1,6% nel 2009. Confermata la crescita dell1,9% attesa per questanno, ma con un avvertimento. Il prodotto interno lordo, spiegano a Bruxelles, avanza per effetto dei consumi interni, mentre le esportazioni, sebbene in progresso in valore assoluto, mostrano una sofferenza in termini di volumi evidenziando «significative perdite di quote di mercato nel settore dei servizi, turismo incluso».
Se sul fronte pil lItalia nel 2008 potrà vantarsi di aver battuto la Danimarca (+1,3% la stima ma a Copenaghen non si usa leuro, ndr), è il deficit a rappresentare un altro problema. Gli esperti dellesecutivo comunitario prevedono che il disavanzo in rapporto al pil si attesti al 2,3% tanto questanno quanto nel 2008 e nel 2009. Il dato è in linea con le previsioni contenute nella Nota di aggiornamento al Dpef (2,4% nel 2007, 2,2% al 2008) ma smentisce lottimismo per il 2009, anno per il quale si prevedeva un calo del deficit/pil all1,9 per cento. Nella bozza della Finanziaria, spiega la Commissione, «mancano misure convincenti volte a contenere laumento della spesa».
Laumento del rapporto entrate fiscali/pil è legato per la maggior parte al trasferimento del Tfr allInps e anche allallargamento della base imponibile nonché al maggior prelievo sulle imprese. Ma le leggi di spesa (decreto «tesoretto» e collegato alla Finanziaria) hanno pesato per lo 0,9% del pil. Bisogna inoltre considerare che gli aumenti concessi agli statali assorbono i tre quarti della nuova spesa e restano da finanziare sgravi fiscali a famiglie e imprese. Si tratta di un equilibrio fragile che può deteriorarsi.
Nonostante tutto, la Commissione prevede una discesa del rapporto debito/pil al dal 106,8% del 2006 al 104,3% questanno e al 102,9% nel 2008.
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