Peshawar - Alcuni hanno ancora la forza di sorridere. Altri, invece, si caricano di un dolore che sembra un macigno da portare su quelle spalle tanto magre e scarne. Ma tra tutte gli scatti che nelle ultime settimane hanno impietosito l'Occidente una più di tutte riesce a raccontare il dramma che sta vivendo in queste settimane il Pakistan. Reza Khan ha solo due anni: gli occhi vivaci tradiscono lo squallore del campo profughi in cui è stato accolto dopo le violenti alluvioni.
Una terribile storia Le acque si sono ritirate da diverse settimane dal nord e dal centro del Paese, lasciando milioni di persone senza tetto in mezzo a sterminati campi di fango, colture devastate e borghi e villaggi cancellati dalla mappa, ma le piene continuano a minacciare la bassa valle dell’Indo, nalla provincia meridionale di Sind. Il piccolo Reza fa parte di queste anime che lottano ogni giorno tra la vita e la morte. Mohammad Sajjad dell'agenzia Ap l'ha fotografato in tutta la sua fragilità: succhia da un biberon vuoto mentre le mosche gli tormentano il viso.
Da giorni il piccolo vive in uno dei tanti campi allestiti nelle strade di Azakhel, non lontano da Peshawar. Nel giro di pochi giorni la foto di Sajjad è rimbalzata in tutti gli angoli del mondo diventando così il simbolo di una tragedia disumana.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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