«Con fragoline e cioccolato Sharon Stone sarà vostra»

Ira Meyer, chef amato dalle star, racconta le passioni culinarie dei suoi ospiti più affezionati: dalla bistecca per Sean Penn al pesce grigliato per Nicole Kidman

Eleonora Barbieri

Il ristorante di Ira Meyer è a Kentfield, nel nord della California: «A due passi da San Francisco, non a Los Angeles». Chef Ira è partito dall’altra costa, dal South Bronx, a New York. È nato lì, nel 1954, con una nonna di origine russa e dei vicini di casa italiani, la famiglia Forestieri. Ha cominciato a cucinare seduto su uno sgabello del loro appartamento, quando era così piccolo che non arrivava al tavolo. Si è appassionato ai piatti della tradizione italiana, e ne ha fatto un’arte. Quella che ha studiato al Culinary institute of America di New York. L’Accademia di cucina italiana lo ha nominato «portavoce» della dieta mediterranea, quella che ama gustare anche in Italia, come ha fatto in questi giorni: spaghetti al pomodoro, con un po’ di formaggio.
Dai successi nella grande mela, chef Ira è approdato alle sponde del Pacifico. «Nel Nord però: lontano da Hollywood, dalle feste continue». Chi vuole gustare le sue ricette, lo va a cercare, nella contea di Marin, superato il Golden Gate. Come Sean Penn: «Per lui preparo una bistecca molto, molto al sangue e un buon bicchiere di vino rosso, ed è soddisfatto». Il suo amico Jack Nicholson è un po’ più esigente: «Quando viene a trovare Sean Penn fa un salto al ristorante. A quel punto dobbiamo interromperci e occuparci soltanto di lui: gli altri aspettano sempre il loro turno, lui no». A tavola, però, si accontenta di «un sandwich di carne, con il radicchio e molta maionese. E una birra ghiacciata, ma proprio ghiacciata». Un panino al ristorante? Gli ingredienti, assicura chef Ira, sono «freschissimi». E poi i suoi clienti, come lui, hanno gusti semplici: «Quello che desiderano sono piatti molto saporiti, ma poco calorici». Come le grigliate per Sharon Stone: «Per lei cucino frutti di mare alla griglia, con un po’ d’olio. E poi verdure, sempre alla griglia e, qualche volta, la pasta. Va pazza per la pasta: ma, ovviamente, poi deve sempre entrare nel vestito. Quindi, le dosi non sono mai eccessive». La vera passione dell’attrice, però, è il cioccolato. «Molto amaro, con il 70% di cacao. Lo abbino alle fragoline: nella mia fattoria ne coltivo di piccolissime, grandi come un’unghia, soltanto per lei». Nicole Kidman, invece, non si fa concessioni: «Qualche volta le dico di mangiare un po’ di più. I carboidrati non li vuole neppure vedere. Soltanto pesce o pollo alla griglia con le verdure. Niente burro: solo olio d’oliva o di mandorle. Lei, però, è squisita: gentile con tutti, elegante. Una vera signora».
Non si fa problemi, a quanto pare, il regista Quentin Tarantino: «Hamburger, patatine fritte, carne rossa e anche le lasagne al forno». Gli stessi gusti del collega George Lucas: «Abita a due miglia dal ristorante. Oltre ad hamburger e patatine, la sua passione sono i sottaceti: è convinto che, siccome sono verdure, non lo facciano ingrassare». Per lui ha cucinato il piatto più complicato della sua carriera: ravioli ripieni di coniglio e porcini, conditi con burro e formaggio. «Da quando l’ha assaggiato, lo vuole ogni anno, a novembre». Carlos Santana, che abita lì vicino, si presenta invece per colazione: caffelatte e un dolcetto con glassa di limone e semi di papavero. «Non è molto dietetico, ma tutte le mattine ne mangia uno». Chef Ira non ha prezzi astronomici: in media, cinquanta dollari a pasto.

«Il mio vero business è il Woodlands market, legato al locale: guadagno 25 milioni di dollari l’anno». E lo chef quando è soddisfatto? «Salmone affumicato, con poco pane e un velo di burro, e un bicchiere di champagne. E il cioccolato, rigorosamente amaro».

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