Roma

A «Frammenti 06» le canzoni yiddish con Moni Ovadia

Verranno proposti alcuni episodi della rivolta del ghetto di Varsavia

Laura Novelli

Non è casuale che il festival «Bella Ciao. Il balsamo della memoria» diretto da Ascanio Celestini si apra proprio oggi a Frascati. L’8 settembre del ’43 infatti, poco prima della firma dell’armistizio, la cittadina laziale cadde vittima di un memorabile bombardamento. E l’evento che lo stesso Celestini condivide stasera a Villa Sciarra (ore 21.30) con un altro grande nome del nostro teatro quale Moni Ovadia, molto ha a che fare con le nefandezze e gli orrori della Seconda guerra mondiale. Così come molto ha a che fare con lo stile di due autori/attori certamente diversi ma in fondo incredibilmente vicini. Accomunati, in questa serata di ricordi e testimonianze che fa parte anche della rassegna «Frammenti 06» curata dal Comune, dalla voglia di esprimersi attraverso la stretta comunione di musica e parole. Ovadia leggerà, infatti, brani sulla rivolta ebraica nel ghetto di Varsavia accompagnato dalle canzoni yiddish della Stage Orchestra, mentre Celestini darà voce a una rosa di interviste rilasciate da chi visse sulla propria pelle i rastrellamenti e le deportazioni accarezzando le note di Roberto Boarini (violoncello), Gianluca Casadei (fisarmonica) e Matteo D’Agostino (chitarra). Raffinati intarsi di musica e letteratura promette pure Marco Paolini - personalità che non ha certo bisogno di presentazioni - nel suo «Song.n.32», concerto «variabile» che domenica 10 inaugura, dopo la lunga maratona di interventi e presenze prevista in occasione della Notte Bianca, la sezione romana del festival (ex Istituto Luce di Cinecittà, alle 21.15). In questa nuova produzione dell’artista veneto, affiancato per la parte musicale dal gruppo Mercanti di liquore, si parla essenzialmente di acqua, «intesa come risorsa e non come merce». E se ne parla prendendo le mosse da autori quali Dino Campana, Gianni Rodari, Biagio Marin, Giacomo Noventa, Erri De Luca, Ernesto Calzavara, per approdare a un montaggio di materiali e suggestioni del tutto inedito, da cui è stato tratto anche un cd musicale che si intitola «Sputi». Lo stesso Paolini ha firmato alcuni passaggi della drammaturgia e racconta: «Abbiamo fatto tre giorni di prove partendo da qualche pagina di libro fotocopiata, qualche poesia, un po’ di repertorio e musiche improvvisate... Ovviamente nessuno pensava che potesse durare più di una serata. Ne abbiamo fatte quindici, poi ci è venuto in mente che potevamo anche farne un album».
Per informazioni: 329/7742307 - www.

bella-ciao.it

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