Franca Valeri inimitabile vedova di Socrate

Giovanni Antonucci

Franca Valeri propone al Teatro della Cometa di Roma e in tournée la sua commedia più originale degli ultimi anni. La vedova Socrate, assai liberamente ispirata a La morte di Socrate di Friedrich Durrenmatt, è tutta sua nel rappresentare con ironia sottile il personaggio di Santippe. L’ironia della Valeri non ha, infatti, nulla a che fare con il sarcasmo e il pessimismo esistenziale di Durrenmatt. La sua Santippe è la moglie di buon senso che ha vissuto non solo accanto al grande filosofo, ma anche a tutti coloro che lo frequentavano. Ecco allora l’allievo Platone, il commediografo Aristofane, il generale Alcibiade, il giovane Fedone ma anche prostitute e ragazzi di vita. Santippe, ormai vedova, che gestisce una fortunata bottega d’antiquariato, coglie le contraddizioni, le meschinità, le debolezze, i tic di personaggi entrati nella storia. Smitizza tutti, Platone più degli altri perché lo considera un plagiario delle idee di Socrate, ma lo fa con il buonsenso di una donna che ha capito come va il mondo, anche quello dei grandi filosofi e dei politici. Non risparmia neppure Socrate, che in fondo era un bravo uomo, con la testa fra le nuvole, che le aveva sempre voluto bene.

La Valeri ci dà come interprete una lezione di stile, di classe, di humour, oggi del tutto dimenticati da noi dove dominano, purtroppo anche sui palcoscenici, i comici televisivi che fanno ridere solo gli stolti o i plauditores prezzolati. Santippe è un personaggio fra i più memorabili della sua galleria di donne colte con i tratti della vita e insieme del teatro.

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