FerraraIl ballottaggio a Ferrara? Non sarebbe la prima volta, ma tutti qui sembrano crederlo. Indiscusso feudo rosso da 63 anni meglio conosciuto come «la capitale delle zanzare», la provincia «Cenerentola dEmilia» al confine col Veneto ha riconquistato un po di visibilità grazie alla ribalta del suo prodotto tipico numero uno, Dario Franceschini, e sembra confermarsi protagonista extraregionale in questo rush finale di palpitazioni elettorali. Più di un osservatore, infatti, si è accorto che tra pochi giorni a uscire scossa dalle 300mila «x» della provincia ferrarese - dalla città del Guercino, Cento, fino al Delta del Po - potrebbe non essere soltanto la scacchiera politica locale. Fino a quando è stato possibile pubblicarli, i sondaggi hanno parlato chiaro: il candidato sindaco del Pd Tiziano Tagliani, lavvocato ex Margherita genero del pluriministro democristiano della prima Repubblica Nino Cristofori, anche se rimane il favorito al 50% più uno non ci arriva. Lultima rilevazione Ipsos commissionata dal suo partito il 18 maggio, la più ottimista tra le ottimiste, lo ha ancorato a un 48% scarso. Insomma, nonostante Franceschini sia tornato in patria già quattro volte nellultimo mese (il 28 aprile per una colazione in centro, una decina di giorni più tardi allIpercoop per sostenere la spesa low cost, poi per un tour agreste tra le campagne dellalto ferrarese e laltra sera in piazza Castello), ancora non ci siamo.
Il leader del Pd sa che un successo a metà contro le destre locali da parte del protetto e amico Tagliani- un bianco come lui- potrebbe tramutarsi in uno smacco personale. Secondo gli analisti, tra gli argomenti sul piatto a favore della via obbligata del secondo turno a Ferrara pesa anzitutto leredità del primo cittadino uscente, lex sindacalista Cgil Gaetano Sateriale. Molti suoi concittadini lo considerano una sorta di Sergio Cofferati in miniatura, che in dieci anni, è uno dei ritornelli in città, non è riuscito a far trasferire la moglie (Eileen Romano, figlia del politologo Sergio) allombra del Castello. In ogni caso, è un fatto che lo stesso Tagliani abbia dovuto smarcarsi in questa campagna elettorale, tra laltro, dallostinazione di Sateriale a una Ztl a più varchi possibile, dai suoi incitamenti affinché i vigili facciano più multe, dal suo obbligato dietrofront rispetto a un asilo nido da 3 milioni di euro (per metà soldi della Regione) costruito su due discariche, dalla sua soddisfazione di fronte a un treno a gasolio per il primo ospedale della Regione distante dalla città quasi dieci chilometri.
Altre insidie per Tagliani derivano dal fatto che Rifondazione e Comunisti italiani corrono uniti presentando una donna (caso unico in Italia) non ancora trentenne candidata a sindaco, Irene Bregola, e che gli aspiranti primi cittadini questanno siano ben dieci (record anche qui per un Comune che supera di poco i 130mila abitanti). Come se ciò non bastasse, una ventina di giorni fa il segretario democratico regionale Salvatore Caronna ha pensato bene di salire a Ferrara per sentenziare che «solo Tagliani può vincere al primo turno». Agli occhi dei più, piuttosto che uneccessiva disistima nei confronti della pretendente della Provincia Marcella Zappaterra (lex veltroniana doc che fra laltro con Prc-Pdci il patto lha sottoscritto), una «gufata» forse benedetta da piani più alti per testare davvero lappeal degli ex Margherita, a partire dal Dario nazionale, in terra dEste. Del resto, lex vice di Veltroni, che nel fortino tradizionalmente tra i più rossi dEmilia ha puntato tutto su un (ex) democristiano, sa di giocarsi anche qui qualche carta in vista del congresso di ottobre.
Insomma, dopo essere stato lartefice, grazie al 20% guadagnato con la sua vecchia lista Ferrara democratica, del ballottaggio del 95 tra lo «storico» sindaco Pci-Pds-Ds Roberto Soffritti e lo sfidante del centrodestra di allora Gianluca Fantoni, Franceschini torna a guardare alle vicende politiche domestiche con rinnovata apprensione. Al pari di tanti concittadini, che dopo altri due mandati consecutivi conquistati senza problemi da parte di un sindaco legato alla sinistra considererebbero gli scricchiolii provocati dal secondo turno, nel bene e nel male, una possibile svolta epocale.
Intanto, a destra si continua a sperare proprio nelleventuale «choc». Il primo avversario di Tagliani, limprenditore e consigliere regionale Giorgio Dragotto, dopo essersi affrancato dallo scetticismo iniziale e dal fuoco amico che gravava sulla sua candidatura si è dato da fare per recuperare terreno. Ha puntato tutto sul ballottaggio, conscio che il 21-22 giugno avrebbe dalla propria anzitutto la Lega Nord, che al primo turno corre per conto suo.
Franceschini rischia di perdere la sua Ferrara
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